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mercoledì 15 novembre 2017

In quel di New York - Giorno 4


E siamo tornati. Come largamente anticipato qui, dal 11 Ottobre 2017 al 26 Ottobre 2017, il sottoscritto ha realizzato il suo sogno nel cassetto: andare a New York e vivere la città dove sono ambientate praticamene tutte le grandi storie Americane. Ora che siamo tornati a pieno regime con la vita di sempre, è il caso di ricominciare a scrivere qualcosa e pubblicare nuovamente degli articoli. Come primo nuovo passo ho pensato: "perché non cominciare riportando foto e testimonianze dell'esperienza a New York?". E direi che idea migliore di questa non ci può essere.


In questa giornata decido di alzarmi relativamente presto. Con "relativamente", intendo che la levataccia non sarà alle 05:00 come il Giorno 3, ma comunque abbastanza presto. Alle 06:30 siamo già in piedi, più che altro perché decido che il rito della colazione fatta con la dovuta calma (da leggere: "così lenta da far rallentare il mondo tanto da farlo tornare indietro nel tempo, tipo Superman") non si rinuncia nemmeno in terra straniera.


Il tutto accompagnato da del té portato da casa e un muffin comprato all'ostello. Ecco, la cosa veramente figa dell'ostello presso cui soggiornavo - come brevemente citato nel Giorno 2 - era uno spazio dedicato alla vendita di cibarie varie per la colazione/pranzo/cena, oppure roba da prendere take away e mangiarla in giro. Appoggiarsi ad un posto che dà ai propri ospiti una possibilità del genere, in un paese come l'America, dove tutto costa (cibo soprattutto) e c'hanno quella cosa fastidiosissima delle tasse applicate al momento, fidatevi che è un vantaggio enorme. Soprattutto perché, paradossalmente, le cose costano di meno e i prezzi vanno incontro agli ospiti, dato che gli ostelli sono frequentanti tendenzialmente da gente che non ha molti soldi da spendere e vive alla giornata. Per farvi un esempio, il loro caffè al piscio di gatto, preso in uno Starkbucks o qualsiasi altro negozio simile, il formato più piccolo come minimo costava circa 2,00 $. In ostello, con 1,75 $, si prendeva il bicchierone da un litro. Non fatevi però spaventare dai riferimenti delle dimensioni: un litro di caffè loro, non sarà mai come un litro di caffè nostro.

E soprattutto, il tempo di riappacificazione con il mondo da tutti gli altri chiamata "colazione", serve per sbrogliare il senso di indecisione che mi attanagliava. Anche se sono qui da quattro giorni - facciamo 3+1, in quanto il giorno impiegato per il viaggio facciamo che non lo contiamo - già dalla visita capillare a Central Park, capisco che Elio E Le Storie Tese avevano ragionissima: tra dire e il fare, c'è di mezzo "e il". Nel senso che, tra la pratica e la teoria, c'è un abisso sconfinato. A casa (in Italia, intendo) mi ero preparato uno straccio di itinerario, un piccolo elenco striminzito fatto giusto per decidere cosa vedere e in quali giorni. Il punto è questo: solo stando lì, ti rendi conto quanto cazzo sia grande l'America. E nel Quarto Giorno della mia esperienza statunitense, me ne renderò conto.


Dopo un quaranta minuti passato a scorrere in rassegna tutti i luoghi di interesse della città che mi ero segnato, decide di giocare sul contrasto. Se il giorno prima ho visto la parte più verde di New York, allora quest'oggi vedrò quella più urbana nonché famosa. Oggi si guarda Stranger Things va a Times Square. Finita la colazione, prendo zaino e giubbotto e mi reco verso la metro, dove attendo il treno ascoltando una pregevole versione ri-arrangiata di Sound Of Silence fatta da due artisti di strada con mandolino e arpa: altro che quella zarrata dei Disturbed (scusate, ma non sopporto la loro versione). Purtroppo Blogger ha difficoltà a caricare il video, però ci proverò e spero nei prossimi giorni di riuscire a caricarlo. Salito sul mezzo, seguendo quanto consigliato da Google Maps, scendo alla 50th Street e cammino per una decina di minuti, o poco più, fino alla 42nd Street: dove, appunto, si trova Times Square. Come fatto per il Giorno 3, alterniamo delle foto a qualche informazione culturale.



Prima e dopo la Guerra di Indipendenza Americana (1775-1783) l'oggi chiamata Times Square era, in quegli anni, solo una enorme distesa verdi campi e coltivazioni che circondavano la residenza John Morin Scott, uno dei generali che servì la milizia di George Washington.  Fu solo a metà del 1800 che questi terreni vennero venduti a hotel e società immobiliari che cominciarono a realizzare le prime costruzioni.



La Times Square come la conosciamo noi oggi, comincia a nascere nei primi anni del 1900, quando la sede del giornale New York Times viene trasferita nel 1904 in un grattacielo lungo la 42nd Street, in un'area all'epoca chiamata Long Acre Square. L’area divenne sempre più moderna e poco dopo si decise di costruire una stazione della metro, che prese anch’essa il nome di Times Square. Anche se qualche anno dopo il New York Times trasferì nuovamente la sua sede, questo piazza era ormai conosciuta da tutti come "Times Square". Questo nome si deve all'editore del New York Times di allora - Adolph S. Ochs - che convinse l'allor sindaco George B. McClellan Jr. non solo a chiamare la piazza in questo modo, ma anche a costruire la metro.




Questa qui sopra è una foto inutile, lo ammetto. Ma dopo aver visto milioni di film in cui usciva il fumo dai tombini, non potevo non farla.



Il primo trasferimento del giornale e la nascita della metro favorirono sicuramente l'ascesa di Times Square: da tutti erroneamente considerata una piazza, quando in realtà è solo un incrocio tra due strade, la Seventh Avenue e la Broadway. Però gran parte del merito del nome di cui oggi gode la piazza/incrocio, va dato anche alla lunga e onorata tradizione di spettacoli teatrali che cominciò a fiorire in concomitanza con il trasferimento della sede del New York Times e l'arrivo della metro, di cui oggi godono di grande fama e considerazione. Il primo di questi teatri fu l'Olympia Theatre; da lì poi, nel corso degli anni, ne spuntarono fuori una caterva e contribuirono a rendere grande questo luogo. Addirittura, questa parte di New York offre un tour a piedi della durata di circa 2 ore per scoprire la storia di produzioni teatrali e musical in Times Square, visitando tra le altre cose alcuni teatri famosi come Il Palace, l’Imperial e il New Amsterdam. Si fa tramite una guida turistica esperta, oppure potete fare anche da soli cercando le info su Internet.


La mappa serve per darvi una idea di quanti sono i teatri oggi in funzione nel Theatre District di Broadway. La legenda con i nomi dei teatri la potete trovare su questo sito inglese, ma molto facile da capire.





Se non riconoscete questa bandiera, tranquilli, non fatevi assalire dagli incubi della vostra maestra di Geografia delle elementari che vi tortura psicologicamente perché non la sapete. Questa che vedete non è la bandiera di uno stato, ma quella della città di New York.


Qui potete vederla in una risoluzione maggiore. Dietro questa bandiera c'è una gran bella storia, soprattutto riguardo al ragionamento dietro la scelta dei disegni che vedete al centro. Se volete approfondire la questione, cliccate qui sotto per essere ricondotti all'articolo sulla bandiera di New York.





Questo che vedete è grattacielo che ospitava il New York Times dopo il primo trasferimento nel 1904, il cui nome era Times Building, oggi però conosciuto come One Times Square. E rimasto un punto di riferimento importante; ogni anno, dal 1907 - esclusi gli anni della Grande Depressione e della Seconda Guerra Mondiale - allo scoccare della mezzanotte del 31 Dicembre, una grande sfera luminosa viene fatta scendere sul tetto dell’edificio per dare il benvenuto al nuovo anno. Il capodanno è uno degli eventi più importanti che hanno luogo a Times Square dove migliaia di persone, tra turisti e newyorchesi, sfidano il freddo e la lunga attesa per assistere ad uno spettacolo unico, che dal pomeriggio prosegue fino alla mezzanotte con luci, effetti speciali e concerti.

Arrivati a questo punto, ci troviamo proprio nel centro nevralgico di Times Square, nonché nel pieno dell'incrocio. Infatti, proprio in questo punto, è posizionata una scalinata rossa che si evolve verso l'alto messa apposta per i turisti che voglio godersi la vista.



Qui ci sono due statue in omaggio a due grandi personalità Statunitensi.



George Michael Cohan: attore, scrittore, produttore teatrale, cantante e ballerino, considerato il padre della commedia musicale americana ed anche uno dei più autorevoli impresari di Broadway.


Francis Patrick Duffy: soldato americano/canadese, sacerdote cattolico e cappellano militare. Tipicamente coinvolto nei combattimenti della Guerra Ispano-Americana e nella Prima Guerra Mondiale, oltre che nel accompagnare i portatori di letti in mezzo alla battaglia per recuperare i soldati feriti, è diventato il clericale maggiormente decorato nella storia dell'esercito degli Stati Uniti.




Soffermandomi un attimo sulle scale rosse di cui avete visto qualche foto, decido di osservare Times Square, cercando di fare la prova del nove: che, non mia grande sorpresa, fallisce. Per tutti questo luogo è l’emblema della “città che non dorme mai”: l’oscurità e il silenzio sembrano non voler mai calare su questo luogo, che ad ogni ora abbaglia folle di visitatori con le sue luci al neon e i colori sgargianti. Per tutti, anche per il sottoscritto, è il simbolo di questa città, il centro dell'immagine che l'America si è impegnata tanto per costruire e inculcare nella mente delle persone: una città dove gli input arrivano da ogni angolo, anche il più minuscolo, bombardandoti di con offerte di servizi, di bisogno e di informazioni. E' il posto che i Vendicatori sorvolavano con il Quinjet, mentre andavano nello spazio a prendere a calci in culo qualche razzista cosmico. E' il posto dove l'Uomo Ragno combatte Electro in Amazing Spider-Man 2. E' il posto dove Hiro si teletrasporta e dice "yattaaa". E nonostante tutto, ancora non ci credevo.

Ancora non credevo di essere arrivato a New York e il tutto continuava a sembrarmi un grande scherzo; una di quelle cene con delitto ben elaborate dove sai che è tutto finto, ma decidi di sospendere di incredulità per la qualità della storia, il realismo della scenografia e la bravura degli attori. Ecco cosa mi sembrava: un set ben ricostruito, degno degli architetti di Westworld. Ancora non riuscivo a capire perché, nonostante fossi entrato ormai a pieno titolo in un luogo che - da quando ho incominciato a leggere l'Uomo Ragno - è diventato il mio personale Paese delle Meraviglie. E in fondo in fondo, Times Square aveva si qualche di meraviglioso, sicuramente dovuto alla sua insonnia galoppante. Però realizzerò, trovandomici in mezzo, che Times Square è obiettivamente stupefacente: però (almeno, per quanto mi riguarda) non personalmente.


Times Square, per quanto (sottolineiamolo di nuovo) meravigliosa sia, sarà una delle parti che mi piacerà di meno di New York. Troppe luci, troppi input, troppa gente. Pensate che al mio arrivo - e parliamo ancora di mattina presto - c'erano già aperti ristoranti, fast food e baracchini dello street food. E il profumo/puzza (spesso di fritto) lo sentivi già dalle prime ore del mattino e ti entrava fin dentro le narici, fino a raggiungere lo stomaco e farti venire fame. Il punto è che non avevo veramente fame, era semplice condizionamento.

E ora qualcuno di voi dirà: "Beh, ma l'America è questo. Se non ti piacciono queste cose, allora non ti piace l'America". In realtà non è così. Non voglio fare il classico discorso arrogante del "io ci sono stato, quindi so, mentre tu che non ci sei stato non lo puoi sapere"... Però, effettivamente, molte cose non si possono sapere finché uno non va fisicamente nel posto. E il bello di viaggiare è proprio questo: che quando ti rechi personalmente in quello stato/quella città, conosci la sua vera faccia senza il filtro dei libri di testo/romanzi/film/ecc. E' vero che New York, come mi diceva quella signora incontrata a Central Park, è come la vedi nei film e nei film ti racconta la stragrande maggioranza del suo carattere. Però ha anche una parte molto intimista che fa vedere solo ai suoi turisti.



Purtroppo l'America è il posto dove una scuola di pensiero come quella del capitalismo ha trovato il terreno più fertile e, nel corso dei secoli, ha messo radici così forti che ora tutto il sistema ragiona per mezzo del capitale; insomma, come dice mio Padre: "Pagare lira, vedere cammello". Capito che gli Stati Uniti d'America e il sistema capitalista sono due personalità inscindibili, è anche facile capire ci si è impegnati tanto a valorizzare un posto come Times Square: perché è li che il capitale grezzo gira, quello della gente comunque. Certo, si, è da Wall Street che tutto viene comandato. Però Times Square non è solo il cuore della città, ma è anche il cuore del consumismo, il principale pozzo da dove arrivano tutti i principali introiti: quello dei turisti.

Times Square, insomma, è l'America che la stessa America vuole che tu - potenziale turista - veda, perché così la loro economia può funzionare, in quanto sistema (non solo economico) prettamente capitalista. Per questo è ancora oggi la parte che mi è piaciuta di meno: perché New York, come l'America. è molto, ma molto, altro.

Va anche detto, che l'uomo - inteso come essere umano - è una creatura fortemente complessa, spesso disposta a fare delle eccezioni nella propria filosofia, che lo fanno sembrare quasi ipocrita. Tra "ipocrisia" e fare "uno strappo alla regola", c'è veramente un abisso. Però, nonostante la piazza/incrocio mi sia piaciuta poco, va detto che il sistema che rappresenta, sotto certi aspetti ha i suoi vantaggi; offre una gamma talmente sfaccettata di bene e servizi, che prima poi "cedi" nel comprare una delle cose che offre, poiché spesso ti dà cose che hai sempre cercato.


Tipo il Disney Store dove vendono tutte le cagate della Marvel. Non prenderò ovviamente niente per motivi di prezzi al di fuori della possibilità di chiunque (o meglio, di chiunque sano di mente). Però il giretto sarà ovviamente d'obbligo.








E ti pare se quel precisino della fungia (Doc Manhattan docet) dove in qualche modo arrufianarsi la signora della città.



Da vero lettore di Spidey, la fortuna dei Parker colpisce e la cosa più figa del negozio, non è in vendita: cioè la tuta da Stormtrooper di Star Wars (anche se quelle del vecchio Impero sono comunque imbattibili).






Non mancano ovviamente gli autoscatti deficienti che vedono come soggetto il sottoscritto. Non che sia un goloso di quelli che oggi sono chiamati "selfie", però qualcuno di loro mentre si fa i rincretiniti ci può stare, ogni tanto.

Usciti dal Disney Store, mi immetto sulla 7th Avenue, continuando fino ad incrociare la 43rd Street, dove trovo al suo angolo l'Hard Rock Café di New York.









Ecco come è fatto il Muro del Pianto per i chitarristi. Centinaia di chitarre tagliate a metà, solo per essere incastonate in un cazzo di muro senza senso. Se non si piange in queste occasioni...




Tributo a Paul McCartney e George Harrison. Sappiate che New York ama un cifro i Beatles, forse più dell'Inghilterra tutta, quindi appena la città può render loro omaggio in qualche modo, lo fa.

Finito il breve tour all'Hard Rock Cafè - dove, come di mia personale tradizione, comprerò un bicchiere del locale come testimonianza della mia venuta - proseguo la mia vista verso Bryant Park. C'era inizialmente l'idea di fermarsi a mangiare, ma il primo tavolo libero l'avrei ottenuto alle 23:30. Erano circa le 10:00 passate, quasi le 11:00, quando arrivavo in zona Hard Rock. E ok che il tempo a New York lo si occupa facilmente, però per tenere inoccupato lo stomaco, quello è un altro discorso, quindi no.




Ed eccolo qui, questo è Bryant Park. Prima però di addentrarci in questo parco che ha poco di un parco, lì vicino c'erano altre due insegne che attirano la mia attenzione.


La torre della Bank Of America, la più grande banca commerciale degli Stati Uniti d'America in termini di depositi e la più grande compagnia del suo tipo nel mondo. Venne fondata nel 1904 da Amedeo Pietro Giannini con il nome di Bank Of Italy; aveva come clienti principalmente immigranti venuti a cercare fortuna nel "Nuovo Mondo". Nel 1928, Giannini fuse la sua banca con la Bank of America, fondata da Orra E. Monnette nel 1923 a Los Angeles, diventando poi una cosa sola. Non che sia interessato alla banche eh, però l'insegna era così grande che è scattato il "guardiamo un pò".


E la sede amministrativa della HBO, emittente televisiva statunitense a pagamento via cavo e satellitare di proprietà di Home Box Office Inc. (una divisione del gruppo Time Warner). Per chi se lo è sempre chiesto, la sigla di uno dei più importanti ed influenti network televisivi USA fondato nel 1972 sta per "Home Box Office": nome che, tra le altre cose, venne scelto come temporaneo, dato che non piaceva a nessuno e i vertici volevano cambiarlo al più presto. Quanto presto? Appena sarebbe arrivata una proposta migliore. E' successo che è dal '72 che stanno ancora aspettando. Per chi ha vissuto nel mondo dei bruchi fino ad ora, come dice Ruggero De Ceglie, la HBO è quella che trasmette Game Of Thrones.

Le due sedi si trovavano entrambe alla sinistra di Bryant Park e, una volta viste e fotografate, mi sono apprestato al giretto nel parco.



L'area oggi occupata dal parco, venne istituita nel 1823 come cimitero per i poveri, poi riqualificato in parco nel 1847 e solo nel 1884 prese il nome attuale, in omaggio a William Cullen Bryant: poeta ed editore del New York Evening Post e grande sostenitore dell’abolizione della schiavitù. Oltre al nome, di questo grande scrittore resta anche un monumento commemorativo, che si accompagna alle statue in bronzo di altri “artisti della parola” come Goethe e Gertrude Stein.



Eccola qui.



Grazie alla sua posizione centrale, il parco è un punto di riferimento importante per la città ed è molto popolare fra residenti e turisti. Inoltre, l'edificio centrale della New York Public Library si trova proprio nel parco. Benché faccia parte del New York City Department of Parks and Recreation, Bryant Park è gestito da una associazione senza scopo di lucro, la Bryant Park Corporation fondata nel 1980 per riqualificare il parco dopo un lungo periodo di degrado che lo rese un luogo malfamato e frequentato principalmente da spacciatori e criminali. Una volta istituita la Bryant Park Corporation, furono installati nuovi servizi, padiglioni e chioschi, migliorato il sistema di illuminazione e il design del parco e si programmò una serie di manifestazioni e appuntamenti culturali che aumentarono l’affluenza di visitatori nel parco.







Ed ecco, invece, la New York Public Library, la terza più grande biblioteca dell'America del Nord, venne fondata nel 1895, unendo le precedenti biblioteche cittadine (la Astor e la Lenox library) alla Tilden Fondation: una fondazione realizzata con l’eredità del politico Samuel J. Tilden che aveva a cuore la realizzazione di una biblioteca accessibile a tutti. Ufficialmente, la NYPL venne inaugurata il 23 Maggio 1916.


E, ovviamente, scatta la citazione:


Visto Bryan Park, nel fare le foto alla facciata attraverso la strada e noto che, continuando sulla sinistra, si vede il Chrysler Building.





Così, decido di andare da quella parte per fare varie foto del palazzo.


Non prima di essere passato dal tombino in cui Andrea Camilleri passa le sue vacanze.

Prendendo come riferimento il Chrysler Building, continua a camminare sulla strada, trovando prima un altro luogo storico di New York.


La stazione ferroviaria Grand Central Terminal. Prende il nome dalla New York Central Railroad nel periodo d'oro del trasporto ferroviario a lunga percorrenza, compagnia che - tra le altre cose - contribuì alla creazione della stazione. Anche se il Terminal è stato propriamente chiamato "Grand Central Terminal" dal 1913, molte persone continuano a riferirsi ad esso come "Grand Central Station", che è il nome dell'ufficio postale nelle vicinanze e della fermata della metropolitana a servizio del Terminal. Dove oggi sorge la stazione, nello stesso punto si sono succedute altre due stazioni: la Grand Central Depot e la Grand Central Station, verso le quali confluivano tutte le linee ferroviarie di New York.


È la stazione ferroviaria più grande del mondo per numero di banchine: 44, con 67 binari. Lo scalo si sviluppa su due livelli, entrambi sotto terra, con 41 binari nel piano superiore e 26 in quello inferiore, anche se il numero totale dei binari lungo le banchine e quelli adibiti al ricovero dei mezzi (non serviti da banchina) supera i 100. Quando la nuova stazione Long Island Rail Road's, costruita sotto i livelli esistenti, aprirà, Grand Central offrirà un totale di 75 binari e 48 banchine. Il terminal si estende su un'area di 19 ettari.


Qui possiamo vedere uno dei simboli più riconoscibili della stazione e tra i più iconici della città: la statua Glory Of Commerce, costruita da Jules-Félix Coutan tra il 1911 e il 1914. L'opera raffigura le tre divinità greche Minerva, Ercole e Mercurio, tutte scelte dall'autore a rappresentare un preciso significato simbolico.  Mercurio, messaggero alato degli dei rappresenta la velocità del sistema ferroviario, Minerva è la dea della saggezza, intesa in questo caso come la perfetta e ragionata progettazione dell’opera, mentre l’eroe Ercole, è un omaggio alla forza e all'impegno degli uomini che hanno contribuito alla costruzione della stazione. Al centro vi è collocato l’orologio in vetro di Tiffany più grande al mondo, che misura un diametro di 4 metri.



Qui è partita la citazione:





Quella che vedete sotto questo ponte, è l'entrata principale della stazione. Una volta trovata, si varca la soglia.





La grande bandiera statunitense fu attaccata dentro il Grand Central Terminal pochi giorni dopo gli attentati dell'11 Settembre 2001 al World Trade Center.



Il celebre orologio, simbolo della biglietteria per fare i biglietti e ottenere informazioni. Questo è un luogo di incontro perenne, e l'orologio a quattro facce in cima al banco informazioni è forse l'icona più riconoscibile di Grand Central. Ognuna delle quattro facce dell'orologio è realizzata in opale, e si stima che il suo valore sia compreso tra i 10 e i 20 milioni di dollari.




Sotto il livello dell'atrio principale, si può trovare una zona sotterranea piena zeppa di negozi, bar e ristoranti.





Particolarissimo e super-affascinante, è invece il soffitto, che raffigura una mappa stellare con le famose dodici costellazioni dello zodiaco. Il dipinto, realizzato dal pittore Paul César Helleu nel 1912, venne ha potuto vedere di nuovo la luce dopo un restauro avvenuto nel 1998; il dipinto originale venne sostituito a causa della caduta dell'intonaco, avvenuta nel 1930. A causare l'oscuramento del soffitto erano strati di catrame e nicotina rilasciati dalla combustione del tabacco. Ci sono due peculiarità su questo soffitto: il cielo è dipinto al contrario, e le stelle sono leggermente fuori posto. Il perché, a sto giro, l'ho preso direttamente da Wikipedia.


Come dice appunto l'enciclopedia online: "Una spiegazione è che il soffitto si basa su un manoscritto medievale, che raffigurava il cielo come sarebbe stato guardandolo al di fuori della sfera celeste: è per questo che le costellazioni sono indietro; dal momento che la sfera celeste è una astrazione (le stelle non sono tutte alla stessa distanza dalla Terra), questa visione non corrisponde alla vista reale da qualsiasi punto dell'universo. Il motivo per lo spostamento delle stelle è che il manoscritto raffigurava la loro posizione riflessa del cielo nel Medioevo e da allora le stelle si sono spostate a causa della precessione degli equinozi. La maggior parte delle persone, tuttavia, ritiene che Helleu abbia invertito l'immagine per errore e quando la famiglia Vanderbilt (il committente) ha saputo che il soffitto era dipinto all'indietro, ha cercato di spiegare che l'affresco rappresentava la visione del cielo secondo Dio."





Qui ci troviamo invece al Dining Concourse, parte sotterrnanea della stazione dove, appunto, si trovano diversi luoghi di ristoro.





C'è anche una piccola stazione di Polizia, dove sfoggia la sua disturbante passione per i mezzi insulsi griffati a tema sbirro.


Uscito dalla stazione, proseguiamo a seguire la strada che mi conduce poi al Chrysler Building, finendo per raggiungerlo e trovarmici sotto.


Completato nel 1930 dopo due anni di lavoro, il Chrysler Building è uno dei palazzi più famosi della città ed è alto 319 metri. Venne costruito per ospitare la sede legale della società automobilistica Chrysler e fu il grattacielo più alto del mondo per poco più di un anno, tra il 1929 e il 1931, quando venne superato dall'Empire State Building. Il palazzo è visitabile solo dall'esterno, dato che ancora oggi ospita degli uffici che svolgono delle funzioni commerciali ed è, quindi, regolare luogo di lavoro. Il grattacielo fu progettato da William Van Alen per il senatore William H. Reynolds, già fondatore di Dreamland, lo storico parco di divertimenti di Coney Island, anch'essa visitata dal sottoscritto il 20 Ottobre 2017.


La costruzione del palazzo fu teatro di una sfida tra due architetti: il già citato Van Alen e Craig Severance, che stava costruendo quello che oggi è conosciuto come il Trump Building (da non confondersi con la Trump Tower); all'epoca, invece, si chiamava Bank of Manhattan Trust Building. Tra i due nacque una sorta di sfida per realizzare il grattacielo più alto della città, che venne vinta da Van Alen, aggiungendo la guglia in soli 90 minuti a lavori praticamente ultimati. Ma questo non l’unico record positivo del Chrysler Building: nessun operaio perse la vita nella costruzione, cosa davvero insolita per l’epoca.



A differenza dell'Empire State Building, che ospita da sempre soltanto uffici e attività commerciali, il Chrysler ospita tuttora dei pani dove è possibile abitarci, tra cui il doppio appartamento che originariamente occupava completamente il sessantanovesimo e settantesimo piano fatto realizzare dallo stesso Walter P. Chrysler.


Visto anche il Chrysler Building, vedo una vetrata bella riflettente e decido di farmi una foto deficiente.


Soddisfatto per l'excursus non-sense, scopro a posteriori di essermi fatto la foto davanti al Chrysler Tylons.


Ma non è niente di che, ospita solo dei negozi. Dopo ciò, riprendo a camminare alla volta del Palazzo dell'ONU.




Ed eccolo qua. Se dobbiamo fare i precisinissimi, questo palazzo è la sede dell'Assemblea Generale e del Segretariato Generale delle Nazioni Unite a New York. Come recita Wikipedia: "L'Assemblea Generale è il principale e più rappresentativo dei sei organi istituzionali di cui si compone l'Organizzazione delle Nazioni Unite. È formata dai rappresentanti di tutti gli Stati aderenti alle Nazioni Unite, gli Stati hanno tutti il diritto di voto. È considerata la principale Assemblea e si occupa di questioni fondamentali quali: segnalazioni di pace, adesione, sospensione o espulsione di Stati membri, problemi di bilancio."



Come potete vedere, il palazzo si trova in una delle zone più vicine al Hudson River.





Visto quello che c'era da vedere, riprendo a camminare, tornando verso Times Square e andando oltre, fino alla 50th Street dove visiterò il Rockefeller Center.











Quasi in dirittura di arrivo, vengo attratto da un negozio con una folta collezione di tazze nerdissime dei supereroi; così, già che c'ero, mi fermo a prendere un souvenir della Statua della Libertà per mia Madre, che fa la collezione delle riproduzioni dei monumenti grandi come portachiavi. E qui, ho il mio primissimo incontro ravvicinato con le tasse aggiunte, che questa volta erano di un dollaro e qualcosa. Quando vado alla cassa a pagare, ci rimango di stucco, per non dire che ci sono rimasto proprio di merda; anche perché, quando ho visto Blade Runner 2049 il Giorno 2, il prezzo del biglietto era quello scritto sul sito e sui vari listini prezzo. Nel rimanerci malissimo, la cassiera capisce che non sono Americano e mi spiega un poco come funziona. Peccato che nemmeno lei fosse una cima in Inglese e non capisco un cazzo di quello che ha detto. Tanto, anche con una spiegazione esaustiva, la situazione non cambiava: dovevo mettere più soldi, tutto qua.

Amareggiato, riprendo il cammino, arrivando quasi a destinazione. Dico quasi, perché prima del Rockefeller Center, mi imbatto nella Cattedrale di San Patrizio.



La cattedrale - il cui nome completo è Metropolitan Cathedral of St. Patrick - è il principale luogo di culto cattolico di New York e venne costruita tra il 1853 ed il 1878 in stile neogotico secondo i piani dell'architetto James Renwick Jr., che era tipo un fanboy delle cattedrali gotiche europee.



Tra il 1813 e il 1850, il luogo in cui oggi sorge la cattedrale era occupato da un orfanotrofio. Ma, nel 1850, successe un fatto importante. La diocesi di New York venne trasformata in arcidiocesi dal papa Pio IX. Così, l'arcivescovo John Joseph Hughes, decise di erigere un nuovo luogo di culto cattolico al posto dove sorgeva l'orfanotrofio. La nuova chiesa doveva prendere le veci della vecchia Cattedrale di San Patrizio, edificio minore situato a Little Italy. Potrebbe stupire il fatto che questo tempio cattolico dovesse divenire una delle chiese più grandi degli Stati Uniti, quindi di uno Stato prevalentemente protestante: la ragione di tutto ciò sta semplicemente nel fatto che a quei tempi gli irlandesi, cattolici, costituivano un quarto della popolazione di Manhattan.

I lavori iniziarono nel 1858 ma furono ben presto sospesi a causa della Guerra di Secessione. Dopo che l'esecuzione fu ripresa, la cattedrale fu finalmente consacrata nel 1879. Le due torri campanarie furono terminate nel 1888.


Da qui poi si entra e, come è successo a me, vi lascio godere degli interni della cattedrale in religioso silenzio, come ho fatto io.













Dopodiché, si arriva finalmente al Rockefeller Center.


Il Rockefeller Center è un gruppo di 19 edifici commerciali di New York, costruito dalla famiglia di banchieri statunitensi Rockefeller ed è uno dei più grandi complessi privati del suo genere al mondo. Il progetto fu avviato nel 1930 ad opera di John D. Rockefeller, figlio del magnate del petrolio, e inizialmente comprendeva già 14 edifici che poi furono integrati con altre unità immobiliari tra gli anni ’60 e ’70.  Quella che si vede nella foto, più precisamente, è il cuore del Rockefeller Center: il 30 Rockefeller Plaza, poiché è situato il GE Building.



Che è questo qui. Più in fondo, ne parliamo meglio.


La statua del titano Atlante (nome originale: Statue of Titan Atlas) opera realizzata da Lee Lawrie nel 1937.


Questi sono i Channel Gardens, un’oasi verde fatta di fontane, aiuole fiorite e sculture e arrivando fino alla Lower Plaza. Questa  incantevole piazza è molto amata da Newyorkesi e turisti, che in estate si ritrovano qui per  rilassarsi.




Ovviamente, in questa zona non mancano negozi e attrazioni, come ad esempio.


Il Lego Store con simpatiche che riproduzioni Lego di luoghi/cose/persone famose.





E una parete intera con migliardi di mattoncini alla spina.




Immancabile, poi, la ricostruzione Lego del Rockefeller Center: o comunque, della sua parte più famosa.






Si prosegue verso la Lower Plaza e la celebre pista di pattinaggio sul ghiaccio, dove troneggia la statua di Prometeo: celebre titano della mitologia greca che rubò il fuoco agli dei dell’Olimpo per offrirlo in dono agli uomini. La statua - realizzata da Paul Manship nel 1933 - raffigura proprio il momento del furto. In Inverno la Plaza si addobba di luci e colori e diventa una grande luogo di divertimento: qui viene allestito lo splendido albero di Natale. Uno degli appuntamenti invernali più attesi, è la cerimonia di accensione dell’albero, che segna l’inizio delle festività natalizie.






Trivia: Sapevate che Prometo doveva, in un primo momento, rubare l'intelligenza agli Dei? Sfortunatamente per lui, trovo davanti a sé il Dio della Deficienza; vedendone la faccia, optò per il fuoco, spinto da uno spiccato vizio piromane.



Qua ci troviamo davanti all'entrata di quello che è altrimenti conosciuto come 30 Rock, dove si può leggere la citazione presa da Libro di Isaia 33:6.




E parte la citazione:



Gli interni del palazzo sono tutti visitabili, eccetto le sezioni degli uffici amministrativi per ovvi motivi di lavoro. Essendo però il 30 Rock sede di alcuni enti dello spettacolo, è possibile visitarli attraverso una visita guidata tramite guida specializzata.



Infatti, al 30 Rock è situata la sede della NBC. Acronimo di National Broadcasting Company, la NBC è un'altra delle più importanti reti televisive USA e venne fondata nel 1926 dalla Radio Corporation of America (RCA). Anche qui, per chi è uscito ora da una caverna, la NBC ha mandato serie tv considerati capisaldi della televisione, come Friends e Scrubs. Gli NBC Studios rappresentano una delle attrazioni più famose e visitate, poiché qui si registrano diversi programmi televisivi, tra cui il Saturday Night Live e il Today Show. Per chi lo desidera è possibile acquistare anche i biglietti per assistere ad uno dei programmi o serie tv che vengono registrati qui.

Nel livello sottostante, si trovano poi negozi, bar e ristoranti, tra cui il panoramico Rainbow Room al 65° piano e dulcis in fundo il famoso osservatorio, situato ad un’altezza di quasi 260 metri: il celeberrimo Top Of The Rock, che visiterò il 16 Ottobre 2017. Molti negozi e ristoranti sono collocati nella galleria sotterranea, chiamata Concourse, accessibile da tutti gli edifici del complesso e collegata anche direttamente alla stazione della metropolitana. Qui potete trascorrere qualche istante di relax curiosando nelle boutique e nei negozi che si alternano a fast food e ristoranti eleganti. Qui, infatti, mi siederò in uno Starbucks per provare il famigerato Iced Coffe, molto bevuto dai Newyorkesi e spesso citato nel libro che mi ha fatto compagnia nella vacanza: La Macchina dei Corpi, di Warren Ellis.


Verdetto: faceva cagare. Americani e caffè, non c'entrano proprio una emerita bega.


Per finire, ultima cosa vista in questo 14 Ottobre 2017, il teatro Radio City Music Hall.


Fortemente voluto dal creatore del Rockefeller Center, avrebbe dovuto inizialmente chiamarsi International Music Hall, ma fu poi trasformato in Radio City Music Hall poiché i primi spettacoli ospitati al suo interno furono quelli della Radio Corporation of America. Il Radio City Music Hall non è semplicemente un teatro di New York, ma è Il Teatro, che dagli anni ’30 ha divertito intere generazioni con concerti, programmi radiofonici e televisivi e spettacoli di ogni genere, alcuni dei quali sono diventati un appuntamento fisso imperdibile, come il Radio City Christmas Spectacular, il tradizionale spettacolo natalizio che viene portato in scena dal 1933.

Il debutto fu nel Dicembre del 1932 con uno spettacolo di varietà di altissimo livello che vide la partecipazioni di grandi stelle del panorama Americano, ma che non riscosse grande successo tra il pubblico. Fu così che il teatro venne trasformato in una sala cinematografica fino agli anni ’80 quando, dopo un periodo di difficoltà, il Radio City Music Hall venne chiuso per dei lavori di restauro. La svolta si ebbe con la decisione di affidarne la  gestione fu alla Madison Square Garden Company, che risollevò le sorti del teatro destinandolo a concerti, eventi e programmi di varietà live, arrivando ad ospitare le cerimonie più famose del mondo dello spettacolo e della musica, come i Grammy Awards, i Tony Awards e gli MTV Video Music Awards.


Con il Radio City Music Hall si conclude la visita del Giorno 4. Dopo quest'ultima foto, prenderò la metro vicino ai negozi del piano commerciale del 30 Rock e tornerò in ostello. Ad attendermi ci saranno degli spaghetti cucinati dal sottoscritto senza l'ausilio di sale grosso (perché li non è usanza metterlo), niente olio per condire la pasta (perché li non è usanza metterlo) e niente sugo, perché li o si va di ketchup, o niente. La cosa brutta dei viaggi è sempre questa. Che quando la cultura culinaria degli Italiani si scontra con quella degli stranieri, noi ne usciamo sempre con gli occhi neri. Siamo troppo occupati a dire "ma come cazzo si fa a scambiare il ketchup per un valido sostitutivo del sugo al pomodoro?" per difenderci. 


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