Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

lunedì 7 agosto 2017

Ragno-Verso (la recensione)

Come detto qui, diamo il via ad una nuova Rassegna Stampa che ci terrà compagnia per un bel pò! Dopo aver affrontato le produzioni cinematografiche di franchise come Lupin IIII Cinque Samurai e I Cavalieri dello Zodiaco, spostiamoci un pò sui fumetti: in particolare, su Secret Wars 2015. Da oggi in poi, ogni settimana, tratteremo di un volume/storia legata al crossover e ne faremo la recensione, fino a recensire tutti i volumi di cui è composta la saga. Questa volta si continua con RAGNO-VERSO.


Dati Generali:
Testi: Mike Costa
Disegni: André Araujo
Anno di Pubblicazione: 2015
Etichetta: Marvel Comics
Volume Contenente: Spider-Verse (Vol. 1) #1-#5
Prezzo: 3,50 €

Trama:
Dopo la conclusione di Spider-Verse, ogni versione alternativa dell'originale Uomo Ragno-161 tornava nella propria dimensione. Ma mentre alcuni di loro tornavano a casa, l'incursione multiversale che ha distrutto l'Universo Marvel li ha colpiti, dirottandoli su Battleworld. Ora, Spider-Man India, Spider-Gwen, Spider-Man Noir, Spider-UK, Spider-Girl e Spider-Ham sono prigionieri dello stesso regno di Battleworld, con i ricordi confusi sul loro passato e la voglia di fare scoprire chi sono veramente e come sono finiti qui. Solo una cosa è chiara a tutti: sono, a modo loro, l'Uomo Ragno. E New York, va difesa: soprattutto quando il sindaco è Norman Osborn. 

Il mio Parere:
Rassicuriamo chi ha potuto pensarlo. Spider-Verse, nonostante nasca dalla costola dell'omonimo evento Ragnesco firmato Dan Slott/Olivier Coipel/Giuseppe Cammuncoli, non rientra in una di quelle classiche operazione di marketing per continuare a marciare sopra un prodotto che ha ricevuto una buona accoglienza da parte del pubblico. La miniserie legata a Secret Wars 2015 di Ragno-Verso nasce per continuare a raccontare le gesta condivise delle versioni alternative dell'Uomo Ragno che più si erano distinte nell'evento. Quindi non per un desiderio commerciale, quanto più per un desiderio narrativo di rivedere Spider-UK e tutta l'allegra combriccola. Proprio per questo, la Ragno-Rimpatriata con membri selezionati ad hoc dal crossover è stata davvero piacevolissima.


Siccome l'obiettivo di Spider-Verse era quello di riportare in scena un team-up ragnesco, Mike Costa pensa bene di puntare tutto il cast di protagonisti, scegliendo gli Uomini/Donne Ragno che riescano a soddisfare una precisa (e un po' pretenziosa) esigenza: avere dei personaggi che fungano contemporaneamente come un gruppo eterogeneo, ma anche disomogeneo; dei personaggi che, insomma, vadano d'accordo e si amalgamino bene fra di loro, lasciando però quello spazio di diversità accentuata quel tanto che basta per dare vita a disagi nel gruppo che daranno vita a siparietti divertenti e/o drammatici. Proprio per questo motivo, la scelta dei Ragni è infatti minuziosa e pensata in maniera certosina, poiché è dal loro incontro che la macchina narrativa comincia a macinare pagine. I protagonisti, infatti, sono la miglior attrazione della miniserie e il pezzo forte di Spider-Verse, poiché riescono a soddisfare l'esigenza di cui sopra. Riescono ad interagire/litigare secondo le richieste dello scrittore con i loro compagni di squadra, riuscendo contemporaneamente a tenere anche una propria individualità, così che il lettore possa eleggere il suo preferito tra i sei "Web Warriors" protagonisti. La stessa cosa vale per i villain, Norman Osborn soprattutto, qui tratteggiato come Warren Ellis era solito fare ai tempi in cui scriveva i Thunderbolts.

Un po' di problemi si riscontrano a livello di trama, che si presenta un po' troppo lunga a causa di numerose aggiunte di dettagli e personaggi, che poi vengono sviluppate ed allungano il brodo a volte non necessariamente. Per fare un esempio, i protagonisti si scontrano con una versione dei Sinistri Sei e un Thor dei Thor Corps, sviluppo che fa deragliare un attimo la trama da quella principale. Questo problema penso proprio che nasca da una duplice voglia di Costa di: 1) Creare una miniserie che facesse da ponte, dove il punto di partenza è ovviamente l'originale Spider-Verse, e il punto di arrivo fosse una testata dove lo sceneggiatore potesse continuare le gesta di questi personaggio (che poi è pure arrivata); 2) Di creare qualcosa di suo, ma che rimanesse comunque legato a Secret Wars 2015. Alle fine Mike Costa riesce a fare tutto, anche più del dovuto, e questo penalizza un poco una storia, che rimane comunque godibile e scorrevole anche grazie a numerosi ed inaspettati colpi di scena.


Ma al di là di questo, credo proprio che il vero difetto della miniserie siano i disegni di André Araujo, il cui stile è qualcosa non di osceno, ma comunque di poco apprezzabile. Ci troviamo davanti ad uno stile che prende a piene mani il peggio della tradizione anni '80, con tavole che sprizzano legnosità e pose plastiche da tutti i pori; il termine "espressività" è alieno a Araujo, e lo si vede dalle pose dei personaggi e dai suoi timidi e goffi tentativi di replicare un qualsivoglia movimento/espressione facciale, oltre che dai suoi miseri tentativi di trasmettere la sensazione di movimento durante le scene di combattimento. Vorrei trovare qualche lato positivo a questo disegnatore, però non ne vedo proprio nessuno. Non dico che un principiante avrebbe saputo fare di meglio, ma poco ci manca.

Conclusione:
Spider-Verse è una piacevole lettura che intrattiene e appassiona, sfruttando il meglio delle operazioni di caratterizzazione attraverso accattivanti versioni alternative dell'originale Uomo Ragno. Un peccato per i disegni non all'altezza della storia, ma almeno quella riesce a tenere banco.

- Symo

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...