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giovedì 4 maggio 2017

Capitan America: Hydra Ascendant - la recensione (Baloon Central #108)

Oggi parliamo di CAPITAN AMERICA: HYDRA ASCENDANT. Perché? Perché ne abbiamo voglia.


Dati Generali:
Testi: Rick Remender
Disegni: Stuart Immonen
Volume Contenente: All-New Captain America #1-#6 (Vol. 1)
Anno di Pubblicazione: 2015
Etichetta: Marvel Comics
Prezzo: 2,90 € (cad.)

Trama:
Costretto ad abbandonare il ruolo di Capitan America a causa di un improvviso invecchiamento dovuto alla scomparsa del Siero del Super-Soldato nelle sue vene, Steve Rogers passa il testimone circolare rosso/bianco/blu a Sam "Falcon" Wilson, in quanto dimostratosi degno successore del titolo. Purtroppo per Sam, egli non farà in tempo a gongolare che, proprio nel maggior momento di debolezza di Steve, sulla scena tornerà una agguerritissima Hydra capitanata dal Barone Zemo e dai pezzi da novanta della rouge gallery del Capitano. E' tempo per il Nuovissimo Capitan America di mettersi all'opera e dimostrarsi degno del titolo.

Il Mio Parere:
Rick Remender è un autore che, ancora oggi, fatico ad inquadrare. Nonostante il suo stile - fatto di caratterizzazioni molto profonde e certosine, oltre che di narrazioni fortemente drammatiche e tragiche - sia ben inquadrato e venga riproposto in ogni sua opera, la sua corrente di pensiero mi è ancora un mistero. Tralasciando il creator owner in cui si è cimentato negli ultimi anni per la Image Comics, per quanto riguarda il suo operato nel genere supereroistico Marvel, è sempre stato a metà tra Garth Ennis (odiatore seriale di supereroi) e Mark Waid (esaltatore seriale di supereroi). Quello che mi impedisce di capire il pensiero di Remender, è che oscilla tra le due scuole di cui sopra, faticando a trovare un compromesso. Quando è uno e quando è l'altro? Dipende dal personaggio che sta scrivendo, perché Remender è uno che va fortemente a gusti, e se qualcuno gli sta sui coglioni, non s'azzarda nemmeno a fingere del contrario. Fortunatamente, Capitan America e Sam Wilson gli piacciono un sacco ed è quello che ha decretato l'enorme riuscita di questa storia.


Trovandosi probabilmente a disagio col personaggio di Steve Rogers, ma molto d'accordo con le tematiche portanti di Capitan America, l'obiettivo di tutta la sua run precedente sul mensile del Vendicatore Stellostrisciato era quella di cambiare l'uomo che stava dietro lo scudo. Perché? Perché, per Remender, Steve Rogers ha fatto il suo tempo. Il Capitano è sempre stato un personaggio fortemente politico ed attuale, non solo per via del nome che porta, ma anche perché è sempre stato utilizzato per affrontare argomenti sociopolitici molto complessi e delicati. Per Remender, uomo che ha una idea precisa della situazione politica mondiale (soprattutto quella Statunitense), l'America non è cambiata poi così tanto nel corso dei secoli, limitandosi a tradurre la sua matrice di base e adattarla ai tempi moderni. L'America di oggi, secondo lui - e secondo anche il suo successore Nick Spencer - è la storia degli anni '70 che si ripete, con tutto quel turbinio politico fatto di guerre, attentati, scandali e rivolte. Quindi, c'è bisogno che la realtà di oggi venga raccontata con un personaggio più giovane ed aggiornato e lo sceneggiatore sceglie Sam Wilson: assistente sociale del ghetto ed ex-galeotto, che ha visto gli orrori della città e dei bassi fondi provenienti proprio da quegli anni.

Proprio per questo obiettivo/desiderio, Hydra Ascendant si pone non solo come un lungo episodio pilota che racconta la prima missione di Wilson come Capitan America, ma anche come grande rilancio (editoriale e caratteriale) del personaggio, cercando di spiegare al lettore non solo perché Steve non può più essere Capitan America, ma anche perché Sam è il Capitan America che ci vuole ora. Nel tentativo di prendere due piccioni con una fava, la storia viaggia su due binari paralleli. Il primo è ovviamente la narrazione orizzontale, con "Cap-Falcon" che, affiancato a Nomad, cerca di fermare i piani di Zemo e dell'Hydra; questo binario prende a piene mani dalle storie degli anni '70, con tanta azione, esplosioni e scene di combattimento lunghe e articolare, ispirate ai grandi classici di James Bond o Jim Steranko. Il secondo è la caratterizzazione del personaggio, avvenuta attraverso dei flashback selezionati della sua storia passata e che servono per entrare nella psicologia del protagonista, oltre che per rivisitare quei momenti sotto un ottica ancora più adulta; quest'ultimi, vengono utilizzati anche per intervallare la storia da una sequenza di lotta all'altra. Se proprio vogliamo trovare un difetto (si, lo vogliamo) è che, leggendo retroattivamente la storia, è che gli intenti di Remender rimangono alla fine solo degli intenti. Lo scrittore passerà infatti la palla a Nick Spender dopo Hail Hydra, lanciando il sasso e nascondendo la mano alla Image Comics.


A impreziosire la storia (e a fungere anche da gelato consolatorio per l'abbandono di Rick Remender dalla testata) abbiamo le matite di Stuart Immonen. Beh, che si può dire al riguardo su di lui? Immonen è un vero fuori classe, dallo stile dinamico, leggero, vellutato ed espressivo, questa volta reso ancora più incredibile dalla veloce sinergia che è riuscito ad instaurare con il disegnatore. Da ogni sua tavola esce la vita e quando si ammirano i vari passaggi da una vignetta e l'altra, ammaliati dalla sequenza delle tavole, non si può che pensare che quello che si sta guardando non sono semplici disegni sequenziali, ma un vero e proprio film tradotto su carta e china. I colori poi usati in Hydra Ascendant risaltano ancora di più lo stile, rendendolo più dinamico e frizzante. Un tocco di classe del disegnatore, sono i flashback, disegnati per essere colorati in bianco e nero con un particolare risalto per il rosso, colore predominante del costume di Falcon, ma anche colore della violenza e del sangue; il risalto è indirizzato soprattutto a comunicare il passaggio di testimone da Steve a Sam, ma anche per sottolineare il passato violento del personaggio e il suo sgargiante futuro.

Conclusioni:
Una storia total non-stop action che prende a piene mani tutti i pregi di un blockbuster d'azione, con grandi combattimenti, grandi frasi d'effetto, un protagonista stoico (un pò impacciato, ma inossidabile) contro nemici apparentemente insormontabili: il tutto, alternato con dei flashback dediti all'introspezione del protagonista, incentrati sopratutto all'esplorazione del personaggio e la solidificazione nelle sua bistrattata continuità.

- Symo

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