Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

mercoledì 19 aprile 2017

Power Rangers (2017) - la recensione

Sabato scorso il sottoscritto è andato a vedere Power Rangers, remake/reboot della saga degli eroi in technicolor della Saban. Dopo la visione, non poteva non mancare la mia recensione. Quindi, bando alle chiacchiere e parliamo subito di questo film.


Jason, Kimberly, Billy, Trini e Zack non si conoscono ma una misteriosa cava e le pietre che nasconde sembrano attirarli per un motivo o per l'altro. Si troveranno tutti nella medesima notte nel medesimo punto ricevendo dei misteriosi poteri in seguito ad un'esplosione e alla scoperta di alcune pietre colorate. Tornati sul luogo dell'evento la sera successiva sbloccano l'ingresso in un'astronave seppellita e dormiente da millenni, in cui un robot e la coscienza di un alieno del passato spiegano ai 5 che sono destinati a diventare Power Rangers (se intendono allenarsi e prepararsi), ovvero difensori del pianeta dagli attacchi di altri alieni malvagi. In particolare uno di questi, appena risvegliatosi da un lungo sonno sul fondo dell'oceano, minaccia il mondo a partire dalla loro cittadina di provincia e sarà un buon terreno per testare l'affiatamento e le capacità sviluppate dai 5.

E questa qui sopra era la trama. Prima di cominciare, piccola premessa onesta. Per chi ha letto uno dei consueti post in cui aggiorno il popolo leggente su quali film mi frega vedere (questo qui) saprà sicuramente che ero molto, molto, molto preoccupato. Temevo un sacchissimo l'effetto Transformer, o peggio ancora, quello di Resident Evil. Pensavo, insomma, che mi sarei trovato davanti un blockbusterone senz'anima tutto fatto di esplosioni, umorismo da gelato Cucciolone e tante altre brutte cose che bazzicano nella tipologia di film che ho citato. E invece? E invece mi sono divertito. Dibbrutto.

Gli obiettivi di questo film erano principalmente due: rendere omaggio alla saga dei Power Ranger (l'edizione Mighty Morphin' sopratutto) e rilanciare il suo franchise con una visione più moderna e aggiornata, cercando di mostrare un'altra faccia della stessa medaglia. Bene o male, questo telefilm è sempre stato indirizzato ad un pubblico giovanissimo, quindi gli autori non si sono mai sbizzarriti con trame troppo impegnate o scene troppo violente, rimanendo sul celeberrimo PG-13. A sto giro, invece, gli autori incaricati della nuova versione 2017 del team di Jason e soci, decidono non tanto di buttarsi sul dark, quanto di tradurre in un linguaggio odierno la mia dimenticata edizione Mighty Morphin'. E ce la fanno dibbrutto, grazie ad un semplice trucco che - usato con la dovuta sapienza - da vita a cose spettacolari.


La crew scelta per questo lavoro, innanzitutto, non si è occupata di questo lavoro principalmente per soldi, ma anche perché adora questi personaggi ed era intento sopratutto loro di tirar fuori qualcosa di dignitoso. Proprio per questo, gli autori hanno sezionato ben bene le caratteristiche principali e di successo dell'originale versione risalente al 1993 e ha fatto in modo di riproporle all'attenzione del pubblico con la stessa potenza di allora, ma con un linguaggio diverso e aggiornato al 2017. La caratteristica che saltava più all'occhio nel primo episodio (Day Of The Dumpster, in Italia tradotto come Il Ritorno Di Rita Repulsa) era che i cinque protagonisti erano tutti amici da tempo immemore. I Mighty Morphin' Power Rangers, infatti, non erano forti perché investiti di enorme potere, perché tra di loro c'era affiatamento, amicizia, amore e rispetto: come c'è in una vera famiglia. E' da qui che il film parte, cercando di ragionare tanto non sulla maschera, ma chi ci sta dietro. Spesso, il film cita supereroi come l'Uomo Ragno. Al centro di battute umoristiche, certo, ma anche per un altro motivo. Cosa rende grande Spidey, i suoi poteri, o il fatto che sia Peter Parker? Ovviamente, il fatto che sia Peter Parker, perché è la bontà e il buon senso della persona, che rendono grande l'Arrampicamuri. Proprio per questo, la pellicola passa una bella ora (e forse qualcosa di più) a caratterizzare Jason, Kimberly, Billy, Trini e Zack come cinque Peter Parker del giorno d'oggi.

Ognuno di loro non è perfetto e ogni Ranger è caratterizzato sia nei pregi, che nei difetti, trasformando i protagonisti di personaggi tridimensionali in cui ci si può identificare anche grazie a delle sequenze che mostrano la loro vita privata, fatta di alti e bassi, sogni infranti e famiglie problematiche. La cosa più bella di tutto ciò, è che ci troviamo difronte agli stessi personaggi di ventiquattro anni fa, però impreziositi di una verve nuova e frizzante, perché non solo più moderna ma anche perché l'inserimento di difetti nei personaggi e di lati oscuri nella loro vita, rendono i Ranger meno bambineschi e più realistici. Tutto ciò ricorda un po' Batman Begins, il primo film che si preoccupò di raccontare al cinema come Bruce Wayne diventa Batman. Ecco, qui succede un po' la stessa cosa, portando la pellicola a chiedersi come i cinque, originali Power Rangers siano diventati quel quintetto di adorabili perdenti e poi una squadra di supereroi. Ed ecco che arriva la risposta in uno stile decisamente accattivante e coinvolgente. L'unica pecca della fase di caratterizzazione, è che essendo ripartita in ugual misura per tutti i cinque i protagonisti e tutta stipata nella prima parte del film, quest'ultima diventa mostruosamente lenta e a tratti di difficile digeribilità, anche se opportunamente spezzettata da piccole scene d'azione e momenti di umorismo mai banale.

Tutto ciò perché? Perché la tematica principale dei PR è sempre stata che l'unione fa la forza, e che se non c'è unione e tutto ciò che consegue all'unione, non c'è nessuna forza di nessun tipo. Proprio per questo la pellicola martello lo spettatore con l'iniziale caratterizzazione del team, per far passare questo messaggio in modo che sia educativo anche per lui (con la conseguente lentezza di cui sopra). E ancora, proprio per questo motivo, sequenze e particolarità che erano date per accessibili e scontante nel primo episodio - a cui i 124 minuti di lungometraggio si rifanno molto - qui i protagonisti sudano ad averle: in questo caso, la trasformazione e il comando degli Zords. Se da una parte questo appesantisce ancor di più la prima parte, poi lo spettatore viene risollevato nella seconda, poiché il momento della trasformazione è furbescamente trasformando in un momento di crescente climax che, quando arriva, esplode in un momento di grande epicità e sottolinea la maturazione dei protagonisti (arrivo del Megazord incluso).


Fortunatamente (ma anche sfortunatamente) la prima parte a bassa digeribilità si fa ampiamente perdonare della sua prolissità con una seconda parte total non-stop action, dove il film scatena tutta la sua voglia di distruzione, botte e amore per Pacific Rim con una lunga scelta d'azione fatta che continua fino alla conclusione della pellicola. Sfortunatamente, questa sequenza fatta di lotte corpo a corpo e manrovesci tra robottoni, è di una durata considerevolmente inferiore alla prima parte, creando quindi un grosso sbilanciamento tra le due parti. A livello di continuità stilistica, infatti, il film manca di continuità proprio a causa di una divisione troppo netta tra le due parti; certo, nella seconda poi si fa perdonare con scene d'azione davvero elettrizzanti e che ti fanno tornare bambino, ma comunque non è abbastanza: c'è troppo dislivello, anche se la lotta è contro una Rita Repulsa davvero spaventosa ed inedita.

Ecco, altri elementi che impreziosiscono il lungometraggio, sono le nuove versioni di Zordon e Rita. Mentre Alpha 5 bene o male è sempre lo stesso (forse più cinico e meno ansioso di quello originale) e Goldar invece fa pietà e basta (anche se un suo senso ce l'ha nel film) Zordon e Rita vengono visti sotto una nuova luce che rende i due dei personaggi completamente diversi dalla loro versione originale. Zordon si allontana tanto dalla figura da mentore paterno dell'originale telefilm, avvicinandosi di più ad una figura ambigua e viscida come Charles Xavier: mutante indubbiamente capace e competente nella sua materia, ma anche incredibilmente opportunista e vergognosamente incapace di provare empatia o simpatia per i suoi X-Men. Indubbiamente, questi aspetti Xavieriani di Zordon erano presenti anche nella versione originale, ma passavano sicuramente inosservati perché coperti dalla patina di secondo genitore per i Rangers. Rita invece è totalmente rifatta daccapo. Se nella versione originale era una babbiona dalla risata facile e incapace di imbroccarne una, in questo remake/reboot Rita Repulsa è una villain che rappresenta una vera e propria minaccia per i protagonisti; sadica, violenta, rancorosa e desiderosa di vendetta, Rita non è la bambocciona degli anni '90, ma un avversario spregiudicato in grado di incutere timore e sferrare autentici danni ai suoi nemici. Peccato che questa caratterizzazione, sicuramente studiata e indubbiamente certosina, venga sfruttata poco all'interno della pellicola, lasciando tutto lo spazio ai protagonista; scelta capibile e legittima, ma è un peccato vedere questi due personaggi sullo sfondo.

Tornando invece ai due non ben dosati tempi di Power Rangers, addirittura all'interno delle due nette e distinte parti, ci sono delle sequenze che (a volte) sono troppo approfondite o non troppo approfondite. Nella prima, per esempio, la vita dei protagonista a volte occupa fin troppo spazio, mentre nella seconda, a volte certi momenti del combattimento accadono in maniera fin troppo frenetica e con eccessiva sequenzialità, come se ci fosse la fretta di mostrarle quasi per mancanza di tempo. A volte anche la regia e i metodi di ripresa sono un po' troppo sbarazzini e la telecamera si comporta troppo alla Cloverfield, facendo venire una discreta nausea allo spettatore.


In conclusione, possiamo dire ciò. Non sarà un film d'autore, o qualcosa di grande levatura sociale e psicologico, però l'obiettivo del film non era questo. Power Rangers, contro ogni aspettativa, è un gran bel tributo al materiale originale e ottimo rilancio della saga verso la modernità e una rivisitazione più adulta e attuale di un franchise che ha sempre avuto il potenziale per trame molto più spinte. Come tutti i film del genere o come tutte le produzioni legate ai Power Rangers, ci sono delle mimmate di fondo, i difetti e le sue forzature, come per esempio una eccessiva CGI. Ma sapete cosa? Chissenefrega. E' un film adattissimo per spegnere il cervello e rilassarsi, quindi, poco ci importa del resto. I Power Ranger non sono mai stati così fighi.
PS: Ci sono pure i cameo di due ex-Power Rangers della prima serie. Vi lascio indovinare chi sono!

- Symo

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...