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martedì 14 marzo 2017

Up - la recensione (Pick A Card-Cer #105)

Dopo aver parlato per mesi e mesi di musica, adesso cambiamo soggetto e torniamo a parlare di film e lungometraggi. Si riparte il giro con UP


Trama:
Carl e Ellie sono due bambini che condividono la devozione per l'esploratore Charles Muntz, i due infatti si incontreranno per caso mentre il primo tornava dalla visione di un cinegiornale che raccontava la partenza di Muntz al fine di dimostrare l'esistenza del Beccaccino. I due cominceranno a conoscersi, uscire assieme e ad amarsi fino a sposarsi e arrivare fino alla vecchiaia. Improvvisamente, però, Ellie viene sopraffatta da un malore e si ritrova vedovo, con la casa circondata da un cantire industriale dove più volte il proprietario ha tentato di raderla al suo. Siccome egli ci tiene poichè in essa è contenuta la sua vita e l'essenza stessa della defunta moglie attacca centinai di palloncini fino a farla volare dirigendosi verso le Cascate Paradiso in Sud America, meta ambita dalla moglie. Quello che non sa è che in giovane boyscout di nome Russell (che aveva precedentemente bussato alla sua porta) si imbarca a sua insaputa per questa avventura.

Il mio Parere:
Nonostante l'ottimo successo della pellicola, ai "puristi" Disney e a pochi altri questo film è piaciuto ma non impressionato, e io so perchè: innanzitutto, la gente deve mettersi in testa che i film della Pixar sono film Disney solo di nome, dei classici temi che hanno contraddistinto la casa d'animazione per tutti questi anni non ce ne è manco mezzo (forse solo il lieto fine in ogni lungometraggio). Tutti i film della Pixar, apparte aver in comune lo straordinario comparto tecnico/grafico che ad ogni film viene perfezionato e migliorato, hanno anche una certa predilezione per dei temi adulti oppure all'introduzione di essi, prendendo quindi lo spettatore e (se è un pubblico giovane) proiettarlo verso quello che verrà (se invece è adulto) ricordargli alcune cose dell'infanzia. Questa cosa in UP non è presente. La Pixar produce un film conteneti temi esclusivamente dedicati agli adulti, dove il protagonista è addirittura un signore anziano (mossa mai tentata finora o che ha avuto pochi riscontri) raggiungendo quella maturità che manca alla Disney e a cui forse non arriverà mai. In un mix ben studiato e vincente di comicità, azione, brivido e suspance la pellicola esplora tematiche come la perdita, la marcata differenza tra sogno e realtà, la solitudine e l'amicizia. Il fatto che molti abbiano trovato "strano" questo film è che il filo conduttore di tutto è la malinconia, un sentimento che i giovani non possono capire e con cui gli adulti hanno già troppo a che fare, la inconfutabile prova di questa teoria sono i silenziosi momenti iniziali del film che anche senza parole riescono a dire tutto quello che c'è bisogno di dire.


Difficile trattenere le lacrime in un momento come questo. Come ogni film della Pixar però, si può contare su tanti momenti esilaranti e il già citato sublime comparto tecnico/grafico per cui è difficile risparmiarsi in complimenti. Ogni personaggi/ambiente/oggetto/edificio e quant'altro è curato nei minimi dettagli in una maniera che raggiunge il maniacale e che da i suoi frutti. Fantastica anche la colonna sonora e il doppiaggio Italiano che vanta tra il cast Giancarlo Giannini. Gli artisti della Pixar sono ampiamente noti per essere fan di Hiyao Miyazaki, il visionario giapponese che ha ideato “Laputa: castello nel cielo” (1986) e “Il castello errante di Howl” (2004), ma nessuno, prima d'ora, era arrivato così vicino all'unione perfetta di allegrie visive e atmosfere malinconiche brevettata dal grande regista.

Conclusione:
Guardatevelo.

- Symo

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