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giovedì 2 febbraio 2017

Marvel "What If...?" che poi si sono veramente realizzati - EP. 12

L'energia non si crea e non si distrugge: semplicemente, si trasforma. Questa è una delle tante leggi della fisica riguardo all'energia che, a volte, si adattano bene anche alle storia della narrativa. A volte sembra davvero che non esista una idea originale, ma solo derivazioni di modelli di trama pre-esistenti e poi cambiate dagli scrittori a seconda delle loro esigenze. A volte non è vero, ma tante volte lo è eccome: sopratutto nei fumetti. Per questo, il sottoscritto ha deciso di dare vita ad una rubrica mensile in cui verranno analizzati i vari ed ipotetici "What If...?" della Marvel che poi si sono veramente realizzati. Questo, è il dodicesimo episodio.


Per coloro che non hanno letto il primo episodio, qualche informazione tecnica: come si parla di questi What If...? e, sopratutto, quando possiamo trovarli? Beh, prima si parla del What If...? originale e poi in quali circostanze si è realizzato. Per quando potete trovare di preciso questa nuova rubrica, sappiate che Marvel: What If...? sarà disponibile ogni primo Giovedì del mese ogni mese. Tutto chiaro? Bene, allora, si parte.



Silver Surfer riplasma l'universo


Questa volta ci troviamo davanti ad un numero particolare, non solo perché il numero in questione (What If...? #49 del 1993) fa parte della seconda era della testata, ma perché anticiperà una moda che si consoliderà da circa gli anni 2000 in poi. Ma prima, una ulteriore spiegazione: che cosa si intende con "seconda era della testata"? Presto detto. Dovete sapere che, specialmente e sopratutto nel mercato del fumetto USA, a volte le testate vengono chiuse e poi rilanciate con una nuova strategia editoriale per accaparrarsi nuovi lettori facendo ripartire la numerazione dal numero #1. Come fare quindi a distinguere il numero #1 della prima serie da numero #1 della seconda? A fianco al titolo della testata, al numero e all'anno, viene messa la dicitura "Vol." che appunto certifica di quale serie si sta parlando. Il Vol. 1 di What If...? va dal 1971 al 1984 per una durata di 47 numeri; mentre il Vol. 2 dal 1989 al 1998 e per una durata di 114 numeri. Nel numero #49 di questa seconda e più longeva gestione, ci si immagina Silver Surfer che diventa un cattivone machiavellico di quelli sciroccati forte, che col senno di poi diventerà più che una semplice voglia di sperimentare col personaggio.

Certo, What If...? #49 va comunque inserito in quell'insieme di numeri in cui gli sceneggiatori volevano provare a fare mosse narrative bizzarre e azzardate, come cambiare di caratterizzazione un personaggio fondamentalmente puro e casto come Silver Surfer. Però, leggendo questo numero oggi, What If...? #49 è uno di quei numeri che darà il via alla moda dei What If...? rilasciati solo per immaginarsi come avrebbero potuto concludersi certi crossoveroni Marvel se le cose fossero andate diversamente. I What If...? infatti non spariranno mai completamente dalle uscite della Marvel Comics, solo si prenderanno lunghe pause, per poi tornare con un format abbastanza schematico negli anni 2000. Esce il crossover, che so, Dark Reign? Ecco, quando finirà, la Marvel rilascerà un What If...? per vedere come sarebbe finito se le cose fossero andate diversamente. Questo numero è uno dei primissimi di questa stirpe e, prendendo come punto di inizio gli atti conclusivi della saga The Infinity Gauntlet, ci si chiede: cosa sarebbe successo se Silver Surfer avesse ottenuto e usato il Guanto dell'Infinito?



Dopo il solito e insopportabile spiegone dell'Osservatore, parte lo scenario immaginario, dove Silver Surfer riesce ad ottenere il Guanto e il suo potere fregandolo a Thanos stesso tipo scippatore di borsette delle anziane. Il ragionamento all'insegna della modestia che fa Surfer, è che il Guanto nelle mani di uno psicopatico megalomane come Thanos è un arma pericolosissima, quindi se proprio deve esserci in giro un oggetto di potere del genere, meglio affidarlo a qualcuno con l'animo puro e le intenzioni più buoniste degli spot del pandoro della Bauli. E chi sarà mai un personaggio di così grande e spropositata purezza? Ovviamente Silver Surfer, altrimenti mica ci stava il suo nome sul numero. Quello a cui però Surfer non pensa, è che il nobile ma poco intelligente ex-Araldo di Galactus è già investito del Potere Cosmico, una fonte di potere già spropositata di suo, in grado di darti (fra i tanti, tantissimi poteri) la non poco preoccupate abilità di scomporre in atomi tutti gli oggetti di qualsiasi materiale. Ora immaginate quel potere aggiunto ai poteri del Guanto.


E infatti Silver Surfer perde la ragione, si auto-incorona "Dio dell'Universo" e comincia a riplasmarlo per rendere il cosmo un posto perfetto, creando non pochi problemi. Tra il suo rilancio editoriale di perfezione, Norrin Radd chiama a sé il suo amore di sempre Shalla Bal, che viene investita degli stessi poteri di Surfer: ma, fortunatamente, non del suo stesso caratteraccio. La ragazza infatti fa notare al surfista d'argento che sta combinando un sacco di cazzate e che può sicuramente migliorare le cose, ma non cambiarle a sui piacimento, poiché certe regole fondamentali dell'universo guai a chi le tocca. Ritrovata finalmente la ragione e, conscio dell'enorme potere del Guanto, Silver Surfer usa il potere del Guanto stesso per distruggerlo, provocando però la sua morte e quella di Shalla Bal.

Anche qui, come molti altri What If...?, la riconfigurazione dell'universo secondo i porci comodi di Silver Surfer è accaduta, ma non con lo stesso metodo.


Su Silver Surfer #14 del 2015, il surfista d'argento e la sua nuova compagna Dawn Greenwood si ritrovano in una sottospecie di limbo/nulla al di fuori dell'universo. Grazie infatti alla visita di due loro controparti del futuro, Surfer e Dawn riescono a salvarvi dalla distruzione del Multiverso Marvel causata dall'Incursione degli Arcani, cosa che poi ha portato Destino e riplasmare i mondi superstiti in Battleworld e dare vita al revival 2015 di Secret Wars. Surfer e Dawn riescono a sopravvivere uscendo dal Multiverso in distruzione, finendo appunto in questo nulla ed evitando, così, di essere soggiogati dalla ricostruzione universale di Destino. Una volta salvi, vengono raggiunti da Glorian, il quale ingaggia Silver Surfer e Dawn Greenwood di utilizzare il potere di un morente Costruttore di Mondi per riplasmare l'universo, intanto che Destino è impegnato a fare Dio.


Purtroppo sia Surfer che Dawn si fanno prendere la mano e la loro oggettività di ricostruzione è surclassata dalla soggettività, tant'è che (anche se non lo dichiarano esplicitamente) si sentono entrambi un pò Dei dell'universo e cominciano a creare cose e mondi secondo la loro visione ideale delle cose. Un esempio? Beh...


Siccome il Divoratore di Mondi è stata una piaga piuttosto considerevole nella vita del surfista d'argento, con il potere di poter riplasmare l'universo a suo piacimento, pareva giusto crearne uno dove non ci fosse quello scroccone cosmico con una latrina al posto del casco che risponde al nome di Galactus. Ovviamente, le cose poi si aggravano, dato che la loro soggettività nel creare contribuisce a creare un universo fortemente instabile, fatto pure di doppioni e discrepanze. Fortuna che la coppia Surfer/Dawn deciderà di smettere di creare perché: A) Era tutto un piano di Glorian, il quale voleva far fare il lavoro sporco agli altri, per poi ucciderli e diventare lui stesso Dio dell'Universo (sfaticato); B) Perché Reed Richards sconfiggerà poi Destino in combattimento, causando la rinascita del Multiverso e mettendo tutto a posto.

- Symo

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