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martedì 21 febbraio 2017

Going To Hell - The Pretty Reckless: la recensione (Pick A Card-Cer #102)

Continuiamo con la nostra sfilza di dischi che sto ascoltando in questi giorni? Ovvio che si! Ehi...un momento! Ma è tutta qui la tua introduzione? Deh, inventatevela voi una nuova introduzione ogni giorno! Vai con la recensione di GOING TO HELL dei THE PRETTY RECKLESS.


Il Disco:
E' un pò difficile parlare di quest'album, e sopratutto, di questa band...più che altro, perché sono una di quelle difficili da inquadrare, perché quel tanto che dicono di loro attraverso le loro canzoni, è effettivamente molto poco. I The Pretty Reckless sono l'eterna fiera del "potevano impegnarsi di più" e/o del "potevano giocarsela meglio/diversamente" ogni volta che gli si ascolta, rendendo difficile un giudizio qualsiasi. E badate bene: quando uno dice "potevi fare di più", non si dice che quello che produce fa necessariamente schifo, è solo che (viste le capacità) poteva anche sbattersi 'nattimo. Il discorso dietro questa affermazione è il seguente: Se hai delle enormi capacità, perché limitarsi a fare qualcosa che sta nel mezzo? Perché consacrarsi a macchietta? Perché accontentarsi alla mediocrità? E sia chiaro che la "godibilità" non è sinonimo di "mediocrità", e per spiegarla con degli esempi da telefilm: Lie To Me è uguale a "godibile", The Walking Dead è uguale a "mediocre". E Going To Hell? La verità è che non si capisce. Alcune canzoni sono molto belle, ma solo fino a metà (tipo quella che da il nome all'album), altre invece sono delle commercialate pazzesche (tipo Fucked Up World), altre ancora sono in tutto e per tutto riuscite (tipo Sweet Things). Ma, il problema principale, è che non c'è una vera linearità tra una canzone e l'altra, e quindi l'ascoltatore ha come l'impressione che il gruppo sia bravo nel trovare parti di brano molto accattivanti (come un riff, un bridge, un ritornallo e o un assolo)...ma che poi non sia in grado di metterli in un contesto; sono idee che non trovano un corretto sviluppo: sei personaggi non tanto in cerca d'autore, quando di un'autista che gli guidi da qualche parte. Questo non vuol dire che il risultato sia malvagio, è solo che è a tratti ambiguo, perché non si capisce dove la band voglia andare a parare; va bene spaziare...ma da un disco all'altro si fa, non da un minutaggio all'altro. 

Tracce:


Conclusioni:
Going To Hell è un risultato che si può definire solo con "generico", perché quanto ci viene fatto ascoltare rientra nella generalità: c'è un pò di tutto, ma quel "un pò di tutto" gli impedisce di trovare una propria identità, perché il materiale viene messo un pò da tutto le parti senza una collocazione precisa. Il che è un peccato, il gruppo dimostra di avere delle grandi potenzialità, sia a livello di testi e di musicalità. 

- Symo

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