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lunedì 30 maggio 2016

X-Men: Apocalisse (la recensione)

Sabato scorso il sottoscritto è andato a vedere X-Men: Apocalisse, ottavo film della saga cinematografica degli X-Men: ma anche terzo (e apparentemente) conclusivo capitolo della giovinezza di Charles Xavier e Magneto. Dopo la visione, non poteva non mancare la mia recensione. Quindi, bando alle chiacchiere e parliamo subito di questo film, che c'è moltissimo da dire.


Antico Egitto. En Sabah Nur, detto Apocalisse e venerato come un dio, sta per compiere il rito di trasferimento della sua anima nel corpo di un mutante che ha il potere di rigenerare le proprie ferite, ottenendo così l'immortalità, ma un gruppo di ribelli lo imprigiona sotto una piramide. Nel 1983, mentre il mondo è ancora in debito con Raven e il Prof. X per aver salvato il Presidente degli Stati Uniti e Magneto ha provato a rifarsi una vita e una famiglia mantenendo l'anonimato, un gruppo di fanatici risveglia dal suo riposo eterno Apocalisse, più che mai intenzionato a riprendere il posto che gli spetta sul trono del mondo.

E questa qui sopra era la trama. Prima di cominciare, piccola premessa onesta. Il vari trailer di questo ennesimo capitolo cinematografico degli X-Men mi erano piaciuti per una serie di piccoli, grandi accorgimenti, tipo l'ambientazione anni '80, Tempesta col capello punk (libidine), i costumi più fumettosi e molto altro ancora. Però, durante tutta la visione di ogni trailer, avvertivo qualcosa. Avvertivo come una sorta di indecisione da parte di interpreti e del regista, come se non fossero totalmente convinti di quello che stanno facendo. In X-Men: Giorni Di Un Futuro Passato avvertivo come più voglia di rimettersi in gioco, più esaltazione, più voglia di fare e più voglia di superare i propri limiti per fare qualcosa di memorabile. Qui avverto come se la fiamma si fosse spenta e la crew stesse facendo questo film tanto perché deve, così poi può passare ad altro, perché, insomma, trascinata dall'inerzia. E' una strana impressione che mi ha accompagnato per tutto il film e che non ha permesso all'hype di crescere come avrebbe dovuto. In più c'è stato quel particolare trailer in cui viene rivelata la presenza (fino a quel momento non confermata) di Wolverine, oltre che mostrare sempre in quel trailer maledetto, un errore simile al pernacchievole Batman V. Superman: mostrare tutti gli eventi in ordine cronologico. Insomma, sensazioni piuttosto contrastanti. Detto questo, analizziamo il tutto nel dettaglio evidenziando tutti i Pro, i Contro e i Così Così del film.


- Magneto e Xavier: Fine del Viaggio: Indubbiamente la cosa che ho apprezzato di più di tutto il film, sopratutto per quanto riguarda Magneto. X-Men: Apocalisse fa capire come, più che sugli altri personaggi, le colonne portanti di questa saga non solo altro che Charles Xavier e Erik Lensherr: due facce della stessa medaglia e che rappresentano ideologie simili ed opposte ad una questione sociale più attuale che mai. La storia degli X-Men al cinema è principalmente la loro storia e di come, negli anni, hanno cercato di valorizzare la loro tesi sull'evoluzione dei mutanti e il loro rapporto con l'umanità servendosi di alleati e seguaci: Xavier con gli X-Men, Magneto con la Confraternita. "Fine del Viaggio", perché con Apocalisse si crea il punto di congiunzione tra la versione giovanile di Michael Fassbender e James McAvoy e quella matura di Ian McKellen e Patrick Stewart della prima trilogia, che già allora lasciava intendere che i due avessero alle spalle una storia piuttosto lunga e piena di eventi. Ora questi eventi gli abbiamo visti e, con Apocalisse, Magneto e Xavier si confermano come i personaggi più sfaccettati e meglio caratterizzati dei cinecomics, anche grazie a questi film ambientati prima di X-Men 1. Il prossimo film indubbiamente sarà la pellicola che confermerà la cosa e creerà il punto di collegamento ultimo, ma già qui, si può osservare come la maturità dei personaggi sia arrivata al suo spettacolare apice: per Xavier, nella lotta contro Apocalisse; per Magneto, nella distruzione di Auschwitz.

- Wolverine: Sarò onesto: vedere Wolverine nel trailer mi ha dato molto fastidio, la sua presenza avrebbe dovuto essere un mistero e il dubbio avrebbe dovuto regnare nello spettatore fino a quando egli non si sarebbe seduto in sala per guardare il film. Nonostante ciò, la piccola comparsata di Hugh Jackman (lo dico senza problemi) è così tanto un piccolo capolavoro, che si lascia perdonare lo spoiler della sua collaborazione nel trailer. Primo, perché rivede e corregge una delle scene che in Wolverine: Le Origini avrebbe dovuto essere realizzata e diretta con molta più attenzione ai particolari e con molta più violenza, trasformandosi invece in una cagata pazzesca. Ecco, qui succede: qui, questa scena è fatta come Barry Windsor-Smith comanda. E secondo, perché questa sanguinaria sequenza non solo si conferma una delle scene migliori dell'intera saga X-Meniana e del film in sé, ma anche perché non ruba la scena ad altre scene di altrettanta importanza. Meglio di così!

- Quicksilver: Indubbiamente la sequenza del suo arrivo alla X-Mansion è d'una zarrata bestiale, forse anche fin troppo esagerata e addirittura anche forzata, quasi per ricalcare a tutti i costi quella di Giorni Di Un Futuro Passato che tanto aveva impressionato. La cosa che promuove comunque questa scena e la promuove a "estremamente riuscita", recitazione di Evan Peters a parte (che ha ormai interiorizzato questo personaggio) è il fatto che il regista Bryan Singer gioca un sacco sulla componente kitch e stravagante degli anni '80: per tanto, la sequenza di Quicksilver molto simile a quella di Days Of Future Past (diversa solo per contesto e canzone d'accompagnamento) è una figata proprio per questo; non solo mostra i poteri di un personaggio abbastanza bistrattato e poco valorizzato (anche in termini di dispiegamento di poteri) ma li mostra come sarebbero stati mostrati in un potenziale film degli X-Men ambientato nel 1983, ma diretto e realizzato coi mezzi di oggi. E visto che ne stiamo già parlando...

- Evviva gli Anni '80: Uno dei motivi per cui questo film ingrana un pò a piacere, è perché non parla con un linguaggio moderno. Singer sin dall'inizio delle riprese aveva detto che questo sarebbe stato un film "molto personale", ma perché ambientato in una decade che il regista conosceva bene e a cui è affezionato. Ora come ora si pensa che, se si assiste ad una storia ambientata trenta o quarantanni fa, il linguaggio deve essere riveduto e corretto perché deve essere incline a quello attualmente utilizzato, così che la società odierna possa comprenderlo e capirlo. Vero in parte. Certo, se si parla di cose come Shakespeare, ci sta rivedere un attimo il testo, poiché obiettivamente difficile; ma se si parla degli anni '80, lo spettatore può anche fare uno sforzo e cercare di entrare nell'ottica del tempo e venire incontro alla trama. Ecco, X-Men: Apocalisse cerca di accontentare diverse fasce di pubblico: porta un cinecomics incline alle evoluzioni moderne del media, ma cerca anche di soddisfare la necessità di far respirare questi anni '80 e di rispondere alla domanda: "Come sarebbe stato un film degli X-Men uscito nell'83 ma con le tecniche e i mezzi di oggi?". Così. In più, grazie alla natura "più colorata" della decade, si riesce a dare spazio anche a cose come i costumi colorati dei membri degli X-Men.

- X-Men ≠ Wolverine: Indubbiamente, Wolverine è stato uno dei personaggi più sfruttati e caratterizzati al cinema, tanto da porsi come personaggio essenziale della formazione. Ebbene, pur amando alla follia l'Artigliato Canadese, gli X-Men non sono solo ed esclusivamente Wolverine. Non è che se non ce lui, manca la squadra, come i Vendicatori, che se Capitan America non c'è e lasci in mano tutto ad Iron Man, quello è capace di organizzarti solo spedizioni punitive allo spaccio della Jack Daniels. Gli X-Men sono più un concetto trasformato in affiatamento di gruppo, quindi, è davvero bello vedere la formazione funzionare comunque pur mancando un membro dove il franchise degli Uomini X ha cercato di reggersi e sfruttare fin troppo.

- Flashback di altri film: Di sicuro questa è solo una mia fisima e nient'altro, ma secondo me, la bravura di un regista sta anche in queste scelte, cioè nel pensare e dire: "Ok, abbiamo del flashback da infilarci dentro, ergo, perché non riutilizzare alcune scene che abbiamo già girato?" E Singer lo fa, invece di fare come molti registi che spendono soldi rigirando flashbacks inutili. Perché farlo quando hai già a disposizione quello che hai fatto prima? Già in Giorni Di Un Futuro Passato l'aveva fatto, ma qui è da premiare ulteriormente, perché utilizza anche tante scene di X-Men: L'Inizio: film non diretto da lui. Vedendo come gira il mondo del fumetto e del cinema, non sempre si trova personale con così poca invidia e che non considera gli altri capitoli solo perché non diretti da lui.

- Citazioni/Prese per il culo: Ma nonostante la presa di coscienza di cui sopra, a volte scappa qualche autocitazione e persa in giro da parte del regista che, se inserite nei punti giusti e con cognizione di causa, risultato estremamente apprezzabili. Per esempio, l'autocitazione che fa Singer a sé stesso serve per valorizzare il discorso della crescita caratteriale dei personaggi, il quali citano la scena finale di X-Men parola per parola. Per la presa per il culo, tramite le parole di Jean Grey, Singer dice "Almeno siamo tutti d'accordo: il terzo film di una saga è sempre il peggiore". E come dargli torto? X-Men 3 faceva cagare su tutti i fronti.

- La Battaglia Finale: Ho letto in giro che la battaglia finale non è stata apprezzata da molti perché troppo da disaster movie. Beh, la battaglia finale di X-Men: Apocalisse è puro e semplice tripudio di citazioni estrapolate dai fumetti degli X-Men: anzi, più che una battaglia tra buoni e cattivi, la schermaglia tra i Quattro Cavalieri dell'Apocalisse e gli X-Men è scenario e teatro per inserire momenti che nei fumetti degli Uomini X sono diventati un classico (tipo la battaglia mentale tra Xavier e Apocalisse). Chiaro che se non conosci la citazione di provenienza, ti sembrerà tutto una MichaelBoyata.

- La Scena dopo i Titoli di Coda: Essex Corp. Hai detto nulla.


- Apocalisse e i suoi Cavalieri: Partendo dal villain di turno, in verità, Apocalisse è un nemico grandioso e che in questo film ha una crescita caratteriale davvero fantastica, riuscendo ad essere sfaccettata anche se concentrata in questo solo e unico film. All'inizio si atteggia con un far fin troppo messianico, fin troppo da Gesù Cristo dei Puffi, ma fortunatamente diventa poi il rancoroso e arrogante bastardo che è anche nel fumetto; purtroppo la fine che gli viene fatta fare esclude qualsiasi suo ritorno, il che non contribuisce a valorizzare uno dei miei chiodi fissi delle saghe cinematografiche: galleria di nemici ampia e vasta come quella degli eroi. Il vero problema, però, non è lui, quanto più i suoi quattro accompagnatori. Sembravano davvero chissà che, ma col procedere nel film, il gruppo che avrebbe dovuto mettere in difficoltà estrema gli X-Men ha fatto solamente la figura delle belle statuine. Bella (anche se troppo veloce) la loro nascita e ricerca, ma poi si sono dimostrati tutto fumo e niente arrosto.

- Troppi personaggi: Una delle cose che mi ha lasciato più amareggiato. X-Men: Apocalisse si concentra su un manipolo di personaggi, usandoli come elemento trainante di tutta la storia e legando ad ogni personaggio una tematica da affrontare. Il problema è che nel film sono presenti tanti altri personaggi in una veste che gli X-Fans aspettavano da molto tempo e che, per carità, arriva...ma la potenza del loro arrivo è piuttosto forzata e insipida, quasi come se Singer avesse voluto inserire questi personaggi (Tempesta col capello punk e Psylocke sopra tutti) quasi come per dire: "Ah! Guarda come ti so le cose. Guarda come ti conosco le citazioni. Guarda quanta roba ho letto degli X-Men per farti venire un gigantesco orgasmo". Ecco, ci riesce in parte. Tempesta punk c'è ma non ce la godiamo e, anzi, si comporta come una minchiona. Psylocke c'è ma è completamente fuori personaggi, fin troppo aggressiva e fin troppo acida. A sto punto valeva la pena aspettare, mettere meno contentini per i fan, ma farci godere di più certe cose.


- Mystica: Jennifer Lawrence nei panni di Mystica non mi è mai piaciuta. Poteva andar bene in X-Men: L'Inizio rappresentando un Raven Darkholme giovane e con un ruolo ancora da definire, ma già in Giorni Di Un Futuro Passato i panni della mutaforma azzurrina cominciavano a starle strette: cosa che potevano evitare e renderle il ruolo di Mystica più calzante se in X-Men: Apocalisse avessero avuto le palle di trasformarla bella villain bastarda e zoccola che è nei primi due X-Men. E invece me la trasformano nell'eroina/ispirazione di una generazione, nonché leader e addestratrice degli X-Men. Chi, Mystica? Tanto valeva mettere affidare l'organizzazione dell'ora pomeridiana di catechismo a qualche rappresentate dell'ISIS.

- Bestia: Personaggio che, non per colpa dell'attore che lo interpreta ma per via della scrittura del suo personaggio, è finito per involversi fino ad un punto di non ritorno. Invece di diventare l'allegro bonaccione che meritava di essere, è diventato un emo riservato e perennemente preso male.

- Angelo: Usato veramente male, proprio non si vede che Angelo è l'X-Men meno preferito da Singer. Il personaggio è utile solo per due cose: per valorizzare il discorso di un film creato con la mentalità anni '80 (vedi la scena in cui riceve il potenziamento di Apocalisse) e valorizzare il discorso che il regista ha inserito certi personaggi solo per far vedere al pubblico quanto abbia affinato la sua conoscenza di questi personaggi.

- Pesanti cambiamenti/incongruenze con la linea temporale: E qui arriviamo al punto che più mi ha infastidito a livello personale e che, anche a livello obiettivo/narrativo, crea non pochi problemi di continuità. Come si diceva in quel post in cui si parlava delle domande irrisolte di Giorni Di Un Futuro Passato, Bryan Singer e Simon Kinberg assicurarono che dopo i cambiamenti del colossal che faceva incontrare i due cast dell'X-Franchise, gli eventi di X-Men 1 e X-Men 2 sarebbero rimasti inalterati, come ancora ferme, fisse ed immobili incastonate alle radici del tempo, ponendosi appunto come eventi immodificabili. A quanto pare era tutta una balla, perché X-Men: Apocalisse sputa in faccia a questa promessa poiché inserisce novità che creano delle incongruenze narrative: e qui, ve ne elenco solo un paio; e tranquilli, non è spoiler, cose del genere si possono già notare in immagini promozionali e trailer. Analizziamo a fondo la presenza di Nightcrawler.
Se X-Men 1 & 2 sono immodificabili, com'è che allora Kurt Wagner condivide una avventura con Jean Grey e Ciclope, finendo pure per diventare un membro della line-up moderna degli X-Men negli anni '80, e non si ricorda assolutamente di averli già conosciuti e incontrati ben trentanni fa? Se ricordate, Nightcrawler viene trovato da Jean Grey e Tempesta in X-Men 2 e quando succede è la prima volta che si vedono: in quel film, finiva anche per interagire per la prima volta con Mystica (sua madre nei fumetti, nei film non è mai stato specificato). Se infatti questo è il primo incontro tra Kurt, Jean, Ororo e Raven, com'è possibile che trentanni dopo nessuno di loro si ricordi che si erano già incontrati prima? E uno dice "Eh ma questo film è stato filmato dopo X-Men 2": e appunto per quello, rispetta certi eventi e non creare discrepanze narrative, sopratutto se sei Bryan Singer, il regista che si è lamentato di dover risanare alcuni problemi di continuità con Giorni Di Un Futuro Passato. Poi che cazzo, voglio dire: Mystica leader degli X-Men!? Daaaii!

- Easter Eggs esclusi: Sempre Singer aveva postato su vari Twitter e Facebook la presenza di alcuni easter eggs, sempre per il discorso fatto prima, quando si è parlato dei troppi personaggi usati male. Ecco, di quelle citazioni se ne trova traccia solo a livello promozionale, perché nel film non ce ne sono. Tipo, io aspettavo tanto di vedere la scena in cui il giovin coglione Scott Summers avrebbe tirato fuori il disco di Dazzler. Nel film però non c'è traccia di questa scena come non c'è traccia di una serie di tanti altri rimandi e citazioni che avrebbero dovuto prendere luogo nella gita al centro commerciale di Scott, Jean, Kurt e Jubilinutile. Un vero peccato.


Tanti i pregi, tanti i difetti, ma alla fine della fiera X-Men: Apocalisse si dimostra essere un capitolo necessario per rimescolare le carte in tavola e dare al franchise cinematografico degli X-Men una nuova direzione. Le cose da dire al cinema per gli Uomini X sono ancora tante e, se i trailer facevano sembra che la saga ormai puzzasse di stantio, arrivati alla fine gli X-Men ne riescono con un sentore di frizzante freschezza, come se avessero portato la macchina a lavare e questa ne fosse uscita come nuova. Tante chiusure di trama, tante conclusioni di crescita caratteriale e la formazione di una nuova generazione di personaggi ora tutta da scoprire. Il film deficita di tante cose ed è pregno di distrazioni ed errori che fanno innervosire ed amareggiare, ma riesce anche a risultare convincente ed apprezzabile su tante altre, rendendolo alla fine una visione piacevole.

- Symo

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