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martedì 16 febbraio 2016

Dredd (2012) - la recensione (Pick A Card-Cer #55)

Dopo il treno artico che sfreccia nel ghiacciato mondo post-apocalittico, rimaniamo in tema "tetro futuro" e parliamo un pò di DREDD...il remake del 2012, tranquilli, non quello con Stallone e la bocca storta


Trama:
In un lontano e dispotico futuro, l'area che va da Boston a Washington DC sarà contaminata e irradiata dalle radiazioni, costringendo l'umanità a rifugiarsi in giganteschi agglomerati urbani denominati "Mega City". E' in Mega City One, la città del futuro, che vede per protagonista anche la figura del poliziotto del futuro: i giudici, un evoluzione del rappresentante della legge che racchiude tutti i poteri giurisdizionali (quali giudice, giuria e boia) in una sola persona al fine di fronteggiare una criminalità sempre più spietata e dilagante. E' in questo scenario che si muove il Giudice Dredd, uno dei giudici più conosciuti e solerti della città, che in una normale giornata di routine mentre stava addestrando la recluta Cassandra Anderson finisce coinvolto (insieme alla collega) in un edificio di 200 piani dove si trova uno dei più violenti capi del nacro-traffico, Ma-Ma. Dredd e Anderson non solo dovranno arrestarla, ma combattere contro le probabilità per far prevalere la giustizia.

Il mio Parere:
Come per il nostro Dylan Dog, una certa parte del discorso vale anche per il Giudice Dredd: per quanto le avventure dell'Investigatore Dell'Incubo siano ambientate a Londra, Dylan rimane un personaggio al 100% Italiano. La stessa regola vale anche per Dredd, che nonostante si muova in un paesaggio Americano provato dal fallout radioattivo, il Giudice senza pietà rimane ancorato alle sue origini Inglesi, rimanendo il più famoso tra i personaggi della cultura fumettistica di Sua Maestà. Ammetto di non sapere molto sull'argomento Giudice Dredd, dato che qui in Italia si fatica non poco per trovare le sue storie, ma so quanto basta sul personaggio, e una di queste cose è lasciarsi alle spalle il film su di lui del '95 con Stallone. La pellicola è piacevole e scorre con molta fluidità, l'unica pecca (o pregio) è la trama non troppo elaborata e decisamente somigliante a quella di un videogame anni '80 da sala gioco; da un lato è un bene, perchè così si presenta diretta, senza troppi fronzoli, risultando da subito chiara e senza ulteriori spazi per eventuali confusioni...da un altro lato, invece, questo potrebbe storcere il naso a tutti quelli che cercano una trama intricata e coinvolgente, siccome la storia è solo un pretesto narrativo per far ammazzare un sacco di gente al protagonista. Qui, infatti, il lungometraggio da il meglio di sé con le scene d'azione ben dirette e dense di adrenalina, insieme ai fantastici costumi di scena, che si presentano realistici (ma allo stesso tempo) fedeli alla tradizione di Dredd...contro una recitazione un pò controvoglia e molte cose non spiegate o lasciate all'intuizione dello spettatore; tipo, la pistola multifunzione e multifiga di Dredd, che è li e basta, ce l'ha così perchè lui è la legge. Del resto, la pellicola del 2012 è stata probabilmente progettata per esser così: un film senza troppe pretese, con l'unico obiettivo di soddisfare i fan della violenza giustificata da una trama quanto meno tendente al serio. 

Conclusioni:
In sostanza, questo remake/reboot/nons'ècapito del Dredd del '95, è un film d'intrattenimento per tutti quelli che vogliono star senza far niente e far riposare il cervello per 94 minuti. Non aggiungerà niente di innovativo al vostro bagaglio culturale nerd, ma contemporaneamente, non vi darà nemmeno nuovi motivi per eventuali esaurimenti nervosi che film come Twilight possono causare.


- Symo

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