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venerdì 11 dicembre 2015

Devil: Giallo - la recensione (Baloon Central #42)

Immagino che vi starete sicuramente chiedendo come mai si va a parlare di questa storia. Beh, perchè la scimmia per la serie tv di Devil non è ancora passata. Tutto qui? Si. Tutto qui. Partiamo!


Dati Generali:
Testi: Jeph Loeb
Disegni: Tim Sale
Anno di Pubblicazione: 2001-2002
Etichetta: Marvel Comics
Volume Contenente: Daredevil: Yellow #1-6
Prezzo: 9,90 € (edizione Super-Eroi: Le Grandi Saghe)

Trama:
Un affascinante rilettura dei primi anni del supereroe cieco che intreccia avventura, azione e commedia romantica. In questa storia Devil muove i primi passi nel suo costume giallo e nero, compaiono il suo socio Foggy Nelson e i suoi primi nemici, ma soprattutto si assiste al primo incontro fra due giovani innamorati: Matt Murdock e Karen Page.

Il mio Parere:
Ci sono alcune storie che, se vi piace un personaggio, non potete lasciarvi sfuggire poiché sono le classiche pietre miliari che descrivono e presentano gli aspetti belli del suddetto personaggio; se vi piace Devil, questa è una di quelle storie che non potete perdervi. Ennesimo lavoro della coppia Loeb/Sale, una delle coppie più durature e più prolifiche del comicdom, sia a livello di quantità ma sopratutto di qualità! A volte una coppia di artisti, lavorando su più lavori, è normale (e totalmente umano) che una delle loro storie risulti meno riuscita della altre...cosa che sembra non verificarsi con il duo in questione: duo, che negli anni è riuscito a sfornare storie d'una poetica unica nel suo genere rievocando i tratti distintivi che hanno permesso ai fan di innamorarsi di personaggi come l'Uomo Ragno, Batman, Superman, Capitan America e molti altri. Devil: Giallo è il primo di quattro storie in sei parti cadauno conosciute come "colored coded", dove ogni storia storia gira attorno a delle tematiche scatenate dal colore da cui prende il nome la storia. Esempio: la bellissima Spider-Man: Blue narra di come Peter Parker e Gwen Stacy s'incontrarono e s'innamorarono, il tutto raccontato con un tono altamente malinconico (da qui il titolo, dato che il blu è il colore malinconico per eccellenza).


In Daredevil: Yellow si rivisitano i primi anni di Matt Murdock, per l'esattezza, si ri-narrano sotto un'altra luce i primi sei numeri della prima testata personale del Diavolo Rosso, una luce fatta di malinconia e romanticismo; i temi centrali della mini sono: come è nata la relazione con Karen Page, il legame/mito del padre di Matt. cosa ha (realmente?) portato Devil a cambiare costume da quello giallo a quello rosso e da dove nasce la controversa relazione con la legge e la sua storica immagine di combattente inossidabile. Un grande bellissima storia...anche se, devo ammettere che la fama di questo primo passo dei "color coded" era così grande che ho finito per idolatrarla un pò troppo, forse colpevole il fatto che prima di questa lessi per l'appunto Spider-Man: Blue e (nel mio piccolo) mi aspettavo di vedere un pò la stessa cosa. Più che altro, ho avuto questa sensazione: Devil: Giallo è una storia che Loeb e Sale hanno scritto più per se stessi che per il pubblico. Tra gli acquarelli di Tim Sale e le profonde caratterizzazioni di Jeph Loeb, ho come avuto l'impressione che il duo fosse coinvolto in temi così personali che quello che è venuto fuori può essere visto come il loro personalissimo tributo a temi/persone/cose a loro cari...tributo che è stato onorato con la cosa che sanno fare meglio: scrivere e disegnare fumetti e utilizzare i personaggi a loro congeniali per far arrivare meglio il messaggio.


Questo, lo pensavo un anno fa. Dopo esser stato coinvolto in una relazione "amorosa" dai risvolti abbastanza disastrosi, mi sono ritrovato per caso a rileggere questa storia. Da una parte sono ancora convinto di quello che ho scritto sopra: che la coppia Sale/Loeb abbia dato vita a questa storia più per loro stessi, più per togliersi quel macigno da cuore, che per i lettori stessi. Dall'altra però, la disastrosa esperienza brevemente citata qui sopra, mi ha permesso di cogliere certe sfumature che prima non ho saputo cogliere. Avevo capito che Devil: Giallo era una storia di una potenza emotiva esorbitante, uno di quei soffi al cuore che ti fanno finire in posizione fetale e piangere per il dolore, oppure saltare come un coniglio cocainomane per la gioa...il problema è che non avevo capito quanto a fondo andasse e cosa scoperchiasse alla fine del suo viaggio psicologico ed emotivo. Loeb scava nella psicologia di Matt Murdock in una maniera profonda ed incisiva, facendo diventare il narratore non il Diavolo non ancora rosso della Marvel, ma il lettore stesso; alla fine siamo noi che parliamo, siamo noi a vivere la sfortunata vita di Matt, trasformando la miniserie non in una lettura, ma una esperienza simulata. Il tutto poi, non mi stancherò mai di dirlo, è impreziosito da un tripudio scintillante di colori e acquarelli, dove Sale cerca di dire qualcosa anche quando la scena stessa è priva di dialoghi, cercando il riuscito connubio tra realtà, fumetto e fiaba.


Conclusioni:
Cos'è in fondo, Devil: Giallo? E' una lettera mai scritta alle persone che abbiamo amato. Una lettera che racconta un amore, sia rivolta ad una fidanzata ma anche ad un parente o amico, che poteva essere vissuto più intensamente, più pienamente e che fa capire come spesso non diamo importanza alle parole, perdendo occasioni su occasioni per dire alle persone a noi vicine quanto siano importanti, pensando che per dirglielo avremo tutto il tempo di questo mondo. Il tempo è sempre poco e tutto va troppo veloce. Carpe Diem dunque? Carpe Diem a manetta.


- Symo

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