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venerdì 16 ottobre 2015

Wolverine - L'Immortale: la recensione (Baloon Central #16)

Prima o poi, il discorso andava affrontato. Quindi, ecco alla recensione di Wolverine - L'Immortale.


Trama:
Dopo gli eventi di X-Men 3: Conflitto Finale, Logan ha appeso al chiodo il costume di Wolverine e tutto ciò che gli ricordava la vita da membro degli X-Men, per ritirarsi sulle montagne Canadesi e vivere in solitudine perseguitato al fantasma di Jean Grey e ossessionato dall'idea di averla uccisa. Un giorno, una mutante di nome Yukio riesce a trovarlo e lo porta con se in Giappone su ordine di un ricco magnate che anni fa (durante la Seconda Guerra Mondiale) fu salvato da Logan stesso. Egli, arrivato agli sgoccioli della sua vita, fa un offerta a Logan: il suo fattore rigenerante in cambio di una vita normale dove può essere ferito, dove può invecchiare e in definitiva, morire.

Il mio Parere: 
Sebbene la premessa iniziale sia molto interessante e incuriosisca lo spettatore che va al cinema per vedere come se la cava l'uomo che guarisce da tutto in una situazione dove sta volta rischia davvero la pelle, purtroppo nel film è sviluppata decisamente male. Nonostante gli adrenalinici trailer, il film ha fatto il trucco da prestigiatore di merluzzi che molti non dico si aspettavano ma tenevano comunque in conto: ciò, quella di avere un trailer più bello del film stesso. Ma ovviamente, non tutto è da buttare via, quindi, parliamo di cose c'è di buono (e poi cosa c'è di male).

C'è di buono che Wolverine, in questo film, è Wolverine. Se nel bellissimo X-Men 2 avevamo l'artigliato badass di un gruppo, qui abbiamo l'artigliato badass di una serie personale dove Hugh Jackman (a sto giro) ha centrato il punto più che mai. Battute a parte che sono tipicamente nello stile del personaggio, in questa pellicola abbiamo un uomo più vicino al suo lato animale che al suo lato sapiens e dall'ironica abilità di guarire da tutto tranne che dal peso dei ricordi, personalmente, ho trovato bellissimo come viene presentato all'inizio, come un uomo dal passato distrutto e dove ogni affetto gli è stato negato, rappresentazione molto vicina alla classica versione cartacea. E' molto ben ricostruita l'ambientazione Giapponese e ho apprezzato che molte parti fossero in lingua originale e che con questi film molti attori nipponici si siano fatti conoscere, belle pure le scene d'azione della prima parte e la scena dopo i titoli di coda. Che c'è di male invece? Beh...un pò tutto il resto.

Il film non assomiglia per niente alla miniserie da cui trae spunto scritta da Chris Claremont e disegnata da Frank MIller, storia ormai entrata nella leggenda dei comics, una storia che forse il regista James Mangold ha letto in fretta e furia mentre aspettava qualche bus. La pellicola manca di grinta e sembra voler essere innocuo e generico, buono per tutti e quindi speciale per nessuno, addirittura viene snaturato il senso stesso della miniserie a cui si ispira, traviando certi passaggi, mettendo personaggi che non ci sono presentandoli come in realtà non sono (tipo Viper, tipo Silver Samurai). Così facendo, pure la scelta del Giappone come location diventa una come un'altra, inzuppata solo di luoghi comuni e non di quell'unione tra suggestioni pittoriche differenti...che poi, nonostante la bellissima ricostruzione, la terra del Sol Levante qui sembra grande come la mia cantina. La battaglia finale è molto insipida, molto blanda, molto buttata lì e molto forzata...ma la cosa più deludente è che quando uno mette assieme le parole "Wolverine" e "Giappone", quello che anche il conoscitore medio del personaggio si aspetta è, questo:


Logan che si bozza coi ninja fino alla morte (ovviamente loro) in uno scontro al limite della censura sui tetti, con colpi violentissimi, parole di maleducazioni pesanti, shuriken, sangue, vetri rotti, tegole che cadono in strada, denti digrignati, grida di dolore, ruggiti di rabbia, costumi e vestiti che si strappano manco se avessero fatto una gita nel trita-documenti e la viulenza da manuale. Questa scena c'è, questa scena contro i ninja c'è...ma è d'una delusione disarmante, non c'è neanche una cosa che ho elencato, presentandosi come una scena incolore e amara...sopratutto amara, per il conoscitore medio del personaggio. Se includiamo poi una traduzione fatta con il culo tenuto dai piedi, dove frasi come "Go fuck yourself bub" vengono tradotte come "Vaffanculo bambolotto" invece che "Fottiti cocco" (come dovrebbe essere), Wolverine - L'Immortale è un film di due ore di riuscitissima noia...e la cosa fa pure rimanere male, perchè (almeno da parte mia) c'erano delle aspettative. 

Conclusioni:
Se non fosse per Hugh Jackman che ormai ha fatto suo questo personaggio e che riesce ad interpretare con una facilità impressionante, lo spettatore medio sarebbe crollato dopo la prima parte...ma purtroppo, la pellicola è molto piatta, dove non ci sono sorprese e nemmeno spunti brillanti. L'attore australiano tornerà a vestire i panni dell'artigliato canadese ancora una volta nel prossimo film del franchise dedicato agli X-Men, ovvero, X-Men: Days Of A Future Past, seguito di X-Men: First Class. Tutte le nostre speranze sono puntate su quel film ora. 

Ah, PS: il cameo di Stan Lee non c'è, ma perché il Sorridente non ha inventato Wolverine e non ha mai scritto niente sul personaggio. Non è che tutto quello fatto in Marvel è di sua proprietà, eh.


- Symo

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