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sabato 3 ottobre 2015

The Italian Job: Due Recensioni a Confronto (ASCW Classic #12)

E' da un pò che non mi guardo dei film: un pò per mancanza di tempo ma, sopratutto, perché il vero prodotto di qualità ora sono le serie tv. Se escludiamo i cinecomics e tutti i lungometraggi realizzati su qualsiasi personaggio a fumetti, la qualità dei lungometraggi al cinematografò è decisamente in calo. Il perché è facilmente spiegabile: è stata riscoperta l'utilità di un prodotto come le serie tv, e riscoprendone l'utilità e tutti i suoi pregi e vantaggi, tutti i talenti si sono spostati, aumentando di conseguenza la gittata del potenziale; è stato un pò come spostare dei soldi da un contro all'altro: non è che in quello precedente non hai soldi, è che con quello nuovo puoi fare sicuramente più cose. Certo, abbiamo ancora qualche chicca al cinema (tipo Gravity o il promettente Interstellar), ma ora il futuro dello schermo, piccolo o grande che sia, sono le serie tv. 

Detto ciò, siccome ora sono concentrato proprio sulle serie tv (e i film me li sto vedendo giusto per riempire qualche momento stanco), mi sono ritrovato per puro caso a riguardare questo The Italian Job, un film che avevo già visto due anni fa e che avevo già recensito. Leggendo la rece di due anni fa, ho realizzato che i miei pareri verso la pellicola sono decisamente cambiati, così ho pensato: perchè non metterli a confronto e vedere cosa è cambiato? Detto e fatto. 


Trama:
Charlie Croker e la sua banda criminale hanno messo a segno un colpo miliardario sottraendo lingotti d'oro da un palazzo veneziano, ma qualcuno all'interno del gruppo ha deciso di tenersi tutto per sè, non esitando a eliminare il vecchio John (padre spirituale del gruppo) pur di mettere le mani sul malloppo e tradire i proprio compagni. Dopo anni e anni di ricerca, Charlie trova il traditore e decide di rimettere assieme la vecchia squadra per mettere a segno la vendetta.

Il mio Parere (nel 2013):
Un pò stroncato dalla critica in generale (forse per colpa della presenza di Seth Green e la sua spesso e volentieri irritabile parlantina) ma anche questo si colloca nella troppo vasta cesta di film mediamenti medi, da guardare quando si ha voglia di qualcosa di non troppo complicato ma che, contemporaneamente, non faccia addormentare sul divano per via del piattume. Remake dell'originale The Italian Job, tradotto da noi come Un Colpo All'Italiana (dove nel cast figurava anche un giovanissimo Michael Caine), viene qui ripreso dal regista e presentato come prodotto giòvinè e al passo coi tempi. Interpretazione niente male, dove ovviamente Mark Whalberg è una spanna sopra gli altri, come lo sarebbe stato anche Edward Norton...se solo avesse avuto voglia di lavorare (all'epoca aveva un contratto che lo costringeva a partecipare nei film della casa produttrice, solo per questo accettò). Una cosa che da un pò fastidio è che il film è legato alle cose che andavano un pò in voga nei primi anni 2000, in primis, tutte quelle stronzate che hanno favorito il successo di film patetici come Fast N' Furious e American Pie: saghe che, per legge, dovrebbero essere trattati al pari della pedopornografia e destinati all'unico mercato per cui possono essere realmente utili, quello della carta igienica. In compenso, il film non è malaccio, sopratutto se vi piacciono le auto (sopratutto le Mini Cooper), i colpi in grande stile e al limite della credibilità tecnologica alla Diabolik...la pecca, a mio parere, è che le battute inserite sono forzate e dementi e in alcuni contesti sono veramente peggio della comicità che gira su Facebook. 

Il Mio Parere (nel 2015):
Dunque, che è cambiato in due anno? Sostanzialmente poco...però! Quel poco è stato abbastanza da farmi scrivere dei pareri simili, ma allo stesso tempo, più tendenti al pessimismo sulla pellicola. Innanzitutto, ho avuto l'assoluta, certa, inconfutabile conferma di due cose: 1) Che le pellicole senza tempo esistono (e non è il caso di The Italian Job); 2) Che il mood con cui guardi il film è, il più delle volte, determinante. Partiamo dalla seconda, che è più facile e ci si ricollega più agilmente alla prima. Il paragone con le serie tv di inizio post non è stato scritto a caso perchè, oltre ad essere un piccolo commento realista sul come sta andando la cinematografia (di ogni genere e dedicata ad ogni media di trasmissione), è logico che in un parco televisivo come quello in rialzo delle serie tv, ancor più in rialzo grazie a telefilm di enorme spessore come Breaking Bad, True Detective e Person Of Interest (giusto per citarne qualcuno) ci si aspetta la stessa cosa anche dal cinema, a livello di subconscio. Questo perchè? Perchè il cinema ha palesemente più soldi da sfruttare e può permettersi una crew migliore...e allora com'è che i telefilm sfornano il massimo risultato, con il minimo sforzo? Dietro alla spiegazione non ci sta sto gran enigma di risposta: è semplicemente il loro momento, la moda e il trend tendono a loro favore. Quindi, se un anno fa mi andava bene tutto, adesso dal cinema ho preteso qualcosina in più, proprio perchè i mezzi per dare di più, ce li ha tutti; ora, qualcuno di voi potrebbe dire: "Si, ma stiamo comunque parlando di un film che è uscito circa quattordici anni fa"...e qui, entra in gioco il punto uno. The Italian Job è decisamente figlio del suo tempo, figlio delle mode dell'epoca, delle usanze di quegli anni e degli strascichi di successi di botteghino come Matrix che mi sono riscoperto odiare non poco. Un conto se stessimo parlando di film come, che so, Il Grande Sonno, che pur (narrativamente parlando) "intrappolati" nella America degli anni '40, parlano allo spettatore con un linguaggio che va bene ancora oggi...e anzi: ancora di più, ai giorni nostri, risultano vincenti perchè si presentano come il vino, che più invecchia più è buono (senza esagerare, ovviamente). Queste pellicole, oggi, si apprezzano ancora di più perchè, come funzionavano sessantaquattro anni fa, funzionano benissimo ancora oggi. The Italian Job non è Il Grande Sonno, ma non è nessun'altra pellicola che potremmo definire evergreen, perchè costruita per ricalcare le usanze di quei tempi, per fare soldi facili usando come traino i grandi nomi come quelli scritti sulla locandina; sembra un film senza troppe pretese mascherato da remake, ma non lo è: è più simile a uno di quegli istant comics che uscivano per ricalcare il successo di The Walking Dead e del genere survival horror, sperando di avere la loro fetta ed essere ricordati come grandi innovatori (dello scopiazzo feroce, sicuramente). Non a caso, infatti, ho citato Fast N' Furious e American Pie, perchè la pellicola è il sunto della tamarraggine del primo e del pessimo urmorsimo del secondo...e non a caso, giusto per rimarcare sul comparto inizio anni 2000, una delle cose più citate nella pellicola come segno di "conosco la cultura pop odierna", è Napster, da un Seth Green che ho scoperto di odiare nel ruolo di attore (ma in altri ruoli no, solo in questo): è così fastidioso che, per dirla come la direbbe Maccio, gli sparerei con le mie mani.

Conclusioni:
The Italian Job rimane un filmettino, ma un filmettino invecchiato male, finito per essere specchio di andamenti e scelte stilistiche di inizio nuovo millennio che ho trovato particolarmente fastidiose. Nonostante ciò, rimane uno di quei film da guardare proprio quando la vostra lista di cosa da guardare si esaurisce...ma solo ed esclusivamente, in quel momento. 


- Symo

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