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martedì 13 ottobre 2015

Lupin III - Walther P38: la recensione (Pick A Card-Cer #17)

Come si era annunciato nel settimo episodio, continua la rassegna stampa di tutti i lungometraggi, gli oav e gli special tv di Lupin e soci...in ordine ovviamente casuale. Oggi è il turno di WALTHER P38.


Trama:
Lupin III è deciso a mettere le mani su una grande quantità di lingotti d'oro che una banda internazionale di assassini su commissione (l'organizzazione Tarantola) ha accumulato in anni di omicidi politici. La stessa organizzazione gli ha da poco messo i bastoni tra le ruote compiendo un omicidio durante una festa tenuta dal vicepresidente degli Stati Uniti, bersaglio di Tarantola; durante la festa, qualcuno spara all'ispettore Zenigata ferendolo gravemente usando una Walther P38, arma storica nonché pezzo unico. Solo Lupin può avere quest'arma. A questo punto, il ladro gentiluomo capisce che tra i membri dell'organizzazione si nasconde anche un suo vecchio complice che, anni addietro, l'aveva tradito e gli aveva rubato la sua prima pistola, la stessa che ha quasi ucciso Zenigata; la missione sull'isola diventerà anche l'occasione per pareggiare i conti ed ottenere la propria vendetta.

Il mio Parere:
E' il non special televisivo di Lupin III, uscito sui tubi catodici giapponesi nel 1997; sui nostri, invece, arriverà con due anni di ritardo e sarà trasmesso su Italia Uno nel 1999 miracolosamente senza tagli e censure. In Italia è anche conosciuto come: "Lupin III - Nome In Codice Tarantola" oppure come: "Lupin III - Walther P38: Nome In Codice Tarantola" per far contenti tutti e unire i due nomi, sia quello originale che l'adattamento Italiano. Se dovessimo descrivere in una sola parola questo decimo lungometraggio televisivo di Lupin, io sceglierei la parola "esperimento" seguito dalla parola "riuscito"; Walther P38 è una storia unica nel suo genere, e per genere non si intende per la modalità di narrazione usata o per gli elementi che si è deciso di privilegiare, quanto per presentarsi come la "pecora nera" di tutto il gregge degli special TV (pecora nera in senso buono, s'intende). Penso che non ci sia parola migliore per definire questo lungometraggio animato, se non proprio come esperimento; riuscito, perchè la produzione ha voluto provare qualcosa di diverso, magari presentando certi elementi noti del Lupinverso ma sotto una luce diversa, sottolineando aspetti marginali delle tipiche storie del ladro e prendere certe atmosfere cagate si/cagate no e renderle padrone.

Walther P38 si distingue da tutti gli altri special TV per essere un prodotto dal taglio molto maturo, sia a livelli di contenuti, sia di linguaggio, di scene e di atmosfere, che sono le più cupe e più violente mai viste all'interno di una produzione Lupiniana. Ci sono molti morti, molti cadaveri, molte parole di maleducazione, molto sangue, molti feriti e i temi principali del film sono la vendetta e l'omicidio giustificato e non. E insomma, parlare di uccidere degli esseri umani in un cartone apparentemente per bambini, esplorare il Shakespeariano dilemma su quanto sia giusto togliere o meno la vita di una persona, non è esattamente come parlare di che gusto si vuole sul cono quando si arriva dal gelataio. Ma non per questo, non vuol dire che sia una sorta di elogia alla ignoranza di certi film come Mercenari o come certi telefilm dal calibro di From Dusk Till Dawn. Alla base di questi discorsi c'è sempre l'etica e quando i due temi si presentano, vengono trattati con una certa filosofia e dei discorsi brillanti che fanno acquistare al tutto una sorta di affascinante poetica, lasciando allo spettatore il compito di decidere se quello che sta sentendo sia sensato o meno, se abbia fondamento oppure no. Tutto questo, senza scadere nelle psico-minchiate alla Ang Lee. Benchè tutto questo suoni come una figata, a molti potrebbe non piacere proprio per questo; in ogni avventura animata di Lupin, bene o male, c'è sempre stato un filo di violenza (anche se, a volte, questa era edulcorata o spacciata come siparietto comico), ok che magari non era al centro di tutto, ma c'era. A sto giro la produzione decide di prendere gli aspetti sopracitati e renderli gli elementi regnanti di questa pellicola dal risultato piuttosto dark, confezionando un prodotto insolito e riuscito. Ma, attenzione! Non è un esperimento riuscito per la violenza di scene e contenuti, ma perchè è uno special TV realizzato seguendo un ragionamento inedito per il franchise di Lupin e scegliendo di privilegiare aspetti che non hanno mai fatto da padrone in nessuna storia apparsa finora. 

La stessa cosa, vale anche per il character design e la caratterizzazione dei personaggi che (per rendere meglio tutto il resto) il primo subisce un drastico cambiamento, mentre per il secondo vengono sottolineate degli aspetti finora non troppo sviluppati. Il disegno si allontana pesantemente da tutte le precedenti versioni di Lupin e soci, togliendo le facce da scemo, le orecchie a sventola e dando a tutti un design più realistico: sembra quasi che abbiano ricalcato lo stile di disegno dalle sembianze di qualche attore (tranquilli, Fujiko rimane più perata che mai, non preoccupatevi); uno stile più maturo, più vicino alla vere fattezze di un essere umano, giusto per rimanere ancora più in linea col tenore tetro del film. Per la caratterizzazione, invece, sono state prese in esame gli aspetti più seriosi e da film noir del personaggio, riducendo anoressicamente all'osso tutte le gag comiche al fine di restare in tema e regalare la massima partecipazione. C'è da dire che la ruffianissima Fujiko, Goemon e Jigen rimangono molto sullo sfondo; si rendono utili nel film, ma non sono al centro della trama e fungono come personaggi di supporto. E chi c'è a far compagnia in quella che è in tutto e per tutto la storia di Lupin? La Lupin-Girl di turno (con cui il ladro scambierà molti discorsi filosofici), i cattivi (che sono tra i pochi che si faranno ricordare), l'Organizzazione Tarantola e il vecchio complice del Nostro; pure Zenigata si rende utile, ma solo come espediente narrativo per dare il via alla trama e poi concluderla, anche s'è da dire che si rende molto più utile in questi film di altri dove la sua presenza è dimenticabilissima. Come si diceva, questa è la storia di Lupin, in tutto e per tutto. A qualcuno potrebbe non piacere l'idea, e infatti la produzione si fa scaltra come una volpe e decide di raccontare un pezzo del passato di un personaggio che sembra non averlo; quello che si dirà, vi assicuro, è interessante. E per il finale? Beh, si parla di vendetta: come credete che possa finire?

Conclusioni:
Fra tutte le produzione Lupiniane, Walther P38 è uno special TV unico nel suo genere. Non è per niente un film tradizionalista e la atmosfere gritty n' dark la fanno da padrona, e forse per questo potrebbe non piacere ai più, quando invece è proprio per queste inedite caratteristiche che si consiglia vivamente la visione. Rispetto a tutte le precedenti uscite televisive, questo decimo lungometraggio del ladro gentiluomo è un vero pugno nello stomaco che, nonostante il finale amaro, vi terrà dolcemente incollati al divano nel più puro intrattenimento.


- Symo

1 commento:

  1. È il mio special preferito di Lupin III, ogni volta che lo mandano in tv lo guardo sempre ben volentieri. Un esperimento perfetto, peccato per il finale davvero triste (anche se rimane bellissimo).

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