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venerdì 23 ottobre 2015

Il Soldato D'Inverno - La Dura Marcia: la recensione (Baloon Central #21)

Perché ne parliamo? Semplice: perché mi va. Ma sopratutto, perché su questa Soldato D'Inverno: La Dura Marcia abbiamo modo di osservare un Rick Remender decisamente inedito e spettacolare. Quindi, insomma, ne valeva la pena parlarne. 


Dati Generali:
Testi: Rick Remender
Disegni: Roland Boschi
Anno di Pubblicazione: 2014
Etichetta: Marvel Comics
Volume Contenente: Winter Soldier: The Bitter March #1-#5 (Vol. 1)
Prezzo: 3,00€ (prima parte) e 3,30€ (seconda parte)

Trama:
Anno 1966. L'abile agente S.H.I.E.L.D. Ran Shen, secondo solo a Nick Fury, viene incaricato dallo stesso di recuperare gli scienziati Mila e Peter Hitzig: ex-nazisti in cerca di redenzione e custodi della Formula Alchemica tanto bramata dall'HYDRA. Quando la missione sembrerà completata, nella partita comparirà un nuovo e inaspettato giocatore, creduto da tutti una leggenda: Il Soldato D'Inverno. Ora Ran Shen, solo, male armato e senza aiuti, dovrà scortare i due verso un luogo sicuro, intrappolato tra l'incudine (HYDRA) e il martello (Soldato D'Inverno). 

Il mio Parere:
Ammesso e concesso che questa mini avrebbe avuto i miei soldi solo perché in copertina c'è il nome "Soldato D'Inverno", non mi sarei mai aspettato di vedere un prodotto così pregevole. Nonostante lo scrittore della miniserie (Rick Remender) mi piaccia, faccio ancora fatica a capirlo, dato che ancora non comprendo se è uno scrittore tendente ai toni drammatici dove fa soffrire i suoi personaggi solo per spingerli al limite della sanità fisico/mentale, oppure è semplicemente sadico e li odia tutti da morire. In ogni caso, questo dubbio filosofico nato da svariate letture di svariate opere dello scrittore, è abbastanza sparito durante la lettura di quest'ottimo albo. Certo, i finali drammatici alla Remender, i cattivoni filosofici alla Remender, i buoni in bilico tra fare la cosa giusta e quella no alla Remender ci sono tutti, sono indissolubilmente tratti distintivi dello scrittore che credo non spariranno mai, ma in questa trama funzionano e, anzi: c'era proprio bisogno di presentarli. Sia chiaro che, Winter Soldier: The Bitter March, è un'avvincente e claustrofobica spy-story infarcita con diversi toni thriller che non cerca di essere pretenziosa o sborona come il Secret Service di Mark Millar e Dave Gibbons; è una semplice storia di spionaggio, senza se, senza ma e senza troppe pretese. Riesce però ad imporsi facilmente al lettore e a raccogliere subito il suo consenso per il modo in cui è scritta e per il vertiginoso e imprevedibile susseguirsi di eventi. Se dovessi descrivere la mini in cinque parti con una sola espressione, questa sarebbe indubbiamente la seguente: "uno spy anni '60 a regola d'arte con una sola cosa che differenzia quest'opera dalle altre: è ambientato nel Marvel Universe"


Remender prende sostanzialmente grandi classici come Al Servizio Segreto Di Sua Maestà, Intrigo Internazionale e La Spia Che Venne Dal Freddo e li plasma a suo piacere; pur non tradendo il genere con cliché supereroistici, lo scrittore ci piazza comunque i suoi personaggi, come l'HYDRA, il Soldato D'Inverno e Ran Shen: personaggio di sua creazione nonché villain principale nelle storia di Captain America The Iron Nail e Loose Nuke. Ed è proprio in questa inaspettata inversione di ruoli che la storia riesce a farsi apprezzare ancora di più, dove il fu-Bucky Barnes è il nemico, e quello che sarà il nemico, il protagonista della storia. Un dubbio che molti hanno avuto riguardo questa mini: E' essenziale questa storia per capire meglio le due sopracitate? Diciamo che si presenta come Better Call Saul, spin-off di Breaking Bad dai consueti rimandi e trama alla sua costola di provenienza: prequel/sequel spin-off non tanto riempitivo, quando aggiuntiva e completista del serial con protagonista Walter White. Se guardate Better Call Saul e non guardate Breaking Bad, capite tutto lo stesso: idem se fate il contrario. Se guardate Breaking Bad e non guardate Better Call Saul, capite tutto lo stesso: idem se fate il contrario. Ovvio che se le guardate entrambe, avete una visione d'insieme più chiara, corposa e completa. Ecco, Il Soldato D'Inverno: La Dura Marcia si presenta esattamente in questa forma, ma seguendo anche la gestione di Remender sul Capitano Stellostrisciato, è bene prendere visione e lettura della trama: vi farà capire molte cose e molte scene che sembrano esser messe li a caso nella saga del Chiodo Di Ferro, ma che invece hanno il loro profondo perché. Unica pecca di tutto l'albo: le matite di Roland Boschi, che nelle scene d'azione, calano un pò di qualità, ma niente di così fastidioso o grave.

Conclusioni:
Una gran bella storia di spionaggio che vi terrà col fiato sospeso per tutto il tempo, costringendovi a macinare pagine e pagine di letture. Certo, leggerla non vi cambierà la vita come lo fece Watchmen, ma mica si può solo vivere di assoluti, vero? Esistono anche le storie estremamente godibili senza dove rivoluzionare tutto. Questa è una di quelle. 

- Symo

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